Esami di maturità: considerata quasi una tappa analoga ad un’iniziazione, oggetto d’attenzione del cinema e della letteratura, stavolta si è assistito ad un fenomeno nuovo. Da un lato, i social sono stati inondati da foto e video in cui i ragazzi festeggiano la prova superata, sfoggiando fiori, abiti eleganti e persino corone d’alloro, quasi il traguardo raggiunto fosse una laurea. D’altro canto, ha stupito alcuni la presenza in prima fila dei genitori, tra i più attivi a documentare e condividere la prova scolastica dei propri figli.
Non è mancato neanche chi propone l’abolizione radicale di questa prova scolastica: considerata l’altissima percentuale di promossi sarebbe andata perduta la funzione di una verifica effettiva della preparazione e della maturità complessiva dell’allievo. Inoltre, paiono eccessivi i costi complessivi per lo Stato dell’organizzazione attuale.
Fatto sta che soprattutto nei social media è nato un intenso e spontaneo dibattito tra chi trova esagerata la tendenza ai festeggiamenti eccessivi anche per traguardi minori (analogo discorso può essere fatto per le feste di compleanno dei bambini, sempre più costose e complesse), individuando un pericolo nella rincorsa ad assumere troppo presto i comportamenti e i modi degli adulti. Altri, considerando i mutamenti sociali e tecnologici in atto, rivendicano il diritto di festeggiare come meglio si crede.
Probabilmente tra le parole più sagge vi sono quelle del preside di una scuola di Casalecchio, Mario Braga, che si è soffermato sulla presenza intensiva dei genitori. Effettivamente, ai miei tempi vi era nella stragrande maggioranza dei casi la richiesta di tenere fuori i genitori dall’esame di maturità, valutando la loro distanza come forma di autonomia e prova di un distacco generazionale in corso. Ora, pare non sia più così. Secondo il preside, “esiste un infantilismo generalizzato che colpisce genitori e figli”, causato da un modello educativo sbagliato che porta gli adulti ad essere iper-presenti nella vita scolastica dei figli, in un misto di bisogno di controllo e sincero desiderio di partecipazione affettiva. Gli adolescenti subirebbero questa presenza eccessiva, che tuttavia alla lunga crea insicurezza e ansia di prestazione.
Dal mio punto di vista, se è vero che uno dei fenomeni recenti più deleteri riguarda proprio i genitori troppo protettivi che, in caso di voto negativo o bocciatura, sono subito pronti ad intervenire, prendendosela con l’insegnante e l’istituzione e non, come avveniva in passato, con il figlio poco studioso, è anche vero che vi sono genitori molto distratti, che hanno un dialogo superficiale con i figli adolescenti, di cui proprio non riescono a comprendere i bisogni effettivi.
Come sempre, le posizioni estreme sono sbagliate: vi sono genitori che hanno perso l’autorevolezza e tendono a giustificare qualsiasi comportamento dei figli, altri che, invece, troppo presi dai loro bisogni personali, delegano ad altre figure i complessi e spesso faticosi compiti dell’essere genitore.
Probabilmente la presenza massiccia di genitori all’esame di maturità, accompagnata da corone di fiori e regali, nasconde la paura degli adulti di essere inadeguati e il bisogno di essere apprezzati a tutti i costi. In un certo senso, i bocciati alla maturità sono loro.