DA CHE PULPITO L’ANATEMA SUL GIORNALISMO SPAZZATURA

Italo Bocchino, tra le altre investiture giornalista di parte, sostiene che l’inchiesta di “Fanpage” sotto copertura all’interno dei movimenti giovanili di Fratelli d’Italia sia giornalismo spazzatura. Sostiene che sia rilevante la materia, ma inaccettabile il metodo.

Io non so quale gratificazione professionale si possa ricavare dal dover essere sempre e comunque schierati a prescindere, a favore della propria ala parlamentare, davvero non lo so, va oltre le mie capacità razionali e intuisco ci sia un che di magico, se non mistico, a mantenere una simile condotta. Vale per Bocchino come per Sechi, da quella parte, e vale per i Giannini e i suoi cugini dall’altra, solo un filo più autocritici di tanto in tanto e comunque meno granitici, in genere, nel sostenere la parte opposta, la sinistra, anche se certamente non più simpatici.

Ad ogni modo, che sia di questo o dell’altro mondo, io non mi capacito e a proposito di giornalismo spazzatura, vorrei conoscere l’opinione di Bocchino in merito alla censura di “RaiUno” sui fischi riservati all’ormai mitico Sangiuliano, il ministro, e a Renato Schifani il presidente, della regione Sicilia, nel corso del Taobuk, Taormina International Book Festival.

Non proprio in merito ai fischi in verità, che ci sono stati e documentati pure, ma al doppiaggio effettuato da “RaiUno”, capace di intendere e di volere e di sovrapporre applausi fragorosi, posticci evidentemente, ai sibili certificati.

“Non è una nostra produzione, faremo chiarezza”, dichiara la RAI, e ti pareva, come se chiunque trascorra qualche minuto a sciropparsi il “TG1” non abbia compreso che razza di acritiche sviolinate vengano tenute in serbo a favore del Governo in carica, sul canale TV nazionale per eccellenza, sempre a spese della collettività, mai dimenticarlo.

Niente di che, sia chiaro, semplicemente sarebbe simpatico, e anche un po’ fantascientifico, sentire Bocchino, Sechi o chi per loro, definire la trasmissione una vergognosa pattumiera. Non accadrà, anche perché la notizia è stata diffusa da “Fanpage” e mannaggia pure loro. Si camuffassero meglio almeno, dicessero che la fonte è un indignato elettore di Fratelli d’Italia.

Macchè, insistono. Il messaggio è per la categoria tutta comunque: si può essere giornalisti di parte, qualsiasi parte, e così di parte da rischiare di essere sempre presi per portavoce e portaborse di qualcun altro? Si può davvero essere così poco indipendenti, così asserviti e acritici?

Si può, evidentemente, ma non è chiaro quali siano la professione e quale l’albo, nel quale finiscono eminenze, belle firme, onesti imbrattacarte, ma pure figurine.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *