Non è più quel tempo, gli oculisti si occupano di patologie differenti, ma la coscia mostrata resta un cult sulla quale poi aprire il dibattito in quello che davvero può ritenersi orgasmo e pregiudizio (Gianni Monduzzi) o come Giorgio Albertazzi proclamò (c’entrava forse la Proclemer?): le cosce sono la prova dell’esistenza di Dio.
Esiste, dunque, una letteratura in merito là dove non trovano però spazio i quadricipiti del maschio ma soltanto quelli delle donne che, per fortuna, mai abbisognano di questa dicitura, infatti chi avrebbe mai scritto la farfallina sul quadricipite di Belen o la calza a rete che avvolgeva il muscolo sartorio di Emma?
L’uomo vive di sogni e desideri, da bambino la calza della befana piena di caramelle, da grande quella di seta di una donna. La polemica continua, in fondo aveva ragione Woody Allen: “Ho sognato di essere il collant di Ursula Andress”.