CHIEDO SCUSA ALL’ITALIA PER BERGAMO

di CRISTIANO GATTI – A Bergamo l’argomento del giorno è l’arbitro tedesco che con l’espulsione a dir poco eccessiva di Freuler ha rovinato un’Atalanta partita benissimo contro il Real Madrid. Non si parla d’altro. Eppure. Eppure, per quanto vergognoso sia quell’arbitro, quanto meno fa il paio con l’altra vergogna, molto più grave e imperdonabile, quei due-tremila accatastati in corteo dietro al pullman della squadra, prima della storica sfida.

Lo spettacolo è degno delle movide folli sui Navigli milanesi, dell’analogo raduno per il derby a San Siro, delle autoconvocazioni romane a suon di randellate in Piazza del Popolo, degli strusci napoletani lungo via Caracciolo, eccetera eccetera. Uguale, stessa incoscienza, stesso egoismo, stessa inciviltà.

Bergamo però ha un’aggravante, enorme e incancellabile: è nota in tutto il mondo come l’epicentro italiano della pandemia stragista. Per macabra ironia del destino, proprio in questi giorni ricorre l’anno esatto dell’inizio di tutto quanto. Di più: alle volte le combinazioni, un anno esatto anche da quella famosa Atalanta-Valencia di Coppa che fece da grande volano di malattia e di morte.

Da qualche giorno, a Bergamo sfilano troupe televisive di tutto il mondo per raccontare “un anno dopo”. I bergamaschi testimoniano il loro dolore e i loro ricordi, al grido di mai più, mai più. Per non dimenticare. E’ arrivato persino Mengoni a cantare “L’anno che verrà” in piazza Vecchia, cuore storico e morale della città, momento simbolo in coda al Tg1 per riassumere tutto il sentimento di un’intera nazione.

In queste celebrazioni a ciglio umido, mai più mai più, per non dimenticare, tremila figli, fratelli, nipoti nostri celebrano a modo loro ammassandosi dietro al pullman dell’Atalanta. Non sarebbe giusto, sarebbe ipocrita, fingere di non conoscerli. Dire che Bergamo non sono loro. Allora vale ovunque: Milano, Roma, Napoli, Palermo. Purtroppo, gli idioti sono nostri, fanno parte di noi, sono espressione di questa terra. E dobbiamo assumercene il carico. Sono il segno che anche qui, persino qui, nell’epicentro della morte e della sofferenza, questa gente non ha capito nulla. Oppure peggio: ha capito benissimo, ma non gliene importa nulla. Non è capace nemmeno di rispettare un divieto, non è capace di prendersi la minuscola responsabilità civica di evitare l’assembramento. Niente, non è più capace di niente, se non di esibire con sfida e con orgoglio il proprio egoismo.

Gasperini fa l’allenatore e giustamente è furibondo con l’arbitro. Io sono bergamasco e assieme all’arbitro metto i miei conterranei di quell’indegno corteo. Dopo tutto, sto messo peggio io. Di sicuro, non faccio finta di voltarmi dall’altra parte. Io in quel corteo non c’ero, io ci sarei andato al massimo con gli idranti della Polizia, ma non per questo mi chiamo fuori. Se Bergamo si inorgoglisce tutta intera per le imprese dell’Atalanta, per Gaetano Donizetti, per la Goggia, per il Papa Buono, Bergamo deve andarsi a nascondere tutta intera per l’indecorosa adunata nella cupa sera del Real Madrid. Lo spot sta giustamente facendo il giro del mondo, uno spot che parla di noi. Non esiste che i successi dei singoli siano collettivi, di tutto un popolo, mentre le colpe (i reati) dei singoli siano di singoli sconosciuti.

Doveva essere una serata memorabile per meriti sportivi, lo resterà – in modo indelebile – per tutt’altri motivi. In casi come questi, io conosco solo una reazione. Anche se non cambia nulla, anche se non cancella nulla, è l’unica cosa che mi viene spontanea: provo vergogna e chiedo scusa all’Italia intera.

5 pensieri su “CHIEDO SCUSA ALL’ITALIA PER BERGAMO

  1. A. Agostinelli dice:

    Condivido ogni passaggio. Il guaio è questa contemporaneità egoista e becera, che, piaccia o meno, coinvolge tutti, anche chi si vergogna di tutto questo. Giusto non far finta di nulla, e giusto scusarsi.
    Grazie

  2. Francesco dice:

    Ha centrato il problema,se siamo diventati ancora zona arancione in parte è colpa della gente che non capisce niente (ignorante ) ma quello che mi fa’ incazzare è la non presa di posizione sia della società che dell’allenatore. Certamente per tutti cos’è la cosa più importante per Bergamo l’arbitro..che pena …

  3. baradello dice:

    Secondo la “Legge della Stupidita” dello storico Carlo Cipolla una percentuale costante di stupidi
    (sempre maggiore di quanto si possa immaginare) esiste in ogni professione (inclusi i virologi da TV), fascia di
    età, nazione, epoca. Perchè mai noi bergamaschi avremmo dovuto non averne? Non si dovrebbe chiedere scusa per un fenomeno “inestirpabile”. La partita con il Real è stato
    solo l’evento che l’ha fatto emergere.

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