Tutto chiarito: siamo noi i maligni, loro, i ragazzi, si comportano con educazione, se scaraccano lo fanno in campo, se mingono centrano la turca o il water meglio che la porta avversaria, quando strafocano sanno nettarsi la bocca e riporre il tovagliolo nei previsti contenitori, se tracannano rimettono a posto le bottigliette d’acqua e bevande varie.
Si è trattato di una colossale balla, dunque, allestita per infierire su corpi già trafitti dalla vergogna e dall’umiliazione. A corredo dell’episodio voglio riportare il ricordo che Oscar Ruggeri, grande difensore argentino, ha reso in una trasmissione di football della nazionale albiceleste: “Eravamo in ritiro la sera dopo la partita e uno di noi lanciò a terra la buccia della banana. Bilardo non fece una smorfia, qualche ora dopo avvicinò il gentiluomo e gli disse che avrebbe voluto andare a casa sua il giorno dopo, e di avvisare la moglie o madre di voler mangiare soltanto frutta di ogni tipo. Così andò, Bilardo andò a casa del giocatore, si riempì di ogni tipo di mele, ananas, pere, poi, a fine pasto, gettò a terra la buccia della banana. La mamma del calciatore lo guardò stranito, ma signor Carlos che fa? Bilardo replicò stupito: “Mi scusi, ma qui non è possibile gettare a terra la buccia della banana? Nell’albergo della nazionale si usa così”.
Sono sicuro che in Turchia non ci sarà il bis, gli azzurri hanno preparato souvenir di ogni tipo per i magazzinieri ottomani. Non si sa mai.