Esistono immagini significative di Kukiz a fianco di Luigi Di Maio, il nostro attuale ministro degli Esteri al tempo aveva sottoscritto i patti con il leader movimentista polacco, condividendo la battaglia contro la partitocrazia e l’Europa. Tra i vari affiliati al movimento risulta anche Wojciek Bakun, costui è sindaco di Przemysl, cittadina polacca nella quale si è presentato quel furbacchione di Matteo Salvini, indossando un poderoso giaccone a vento pieno di stemmi, scambiati e denunciati dalla semprepronta Lucarelli Selvaggia, come griffe offensivi allo strazio della popolazione ucraina in fuga. In verità gli stemmi sono relativi ad aziende sostenitrici di una associazione di volontariato “Ripartiamo onlus” che ha trasferito in Italia già 35 profughi, donne e bambini, che si trovavano in un orfanotrofio.
Il Bakun ha respinto il giaccone e il suo contenuto, tra applausi e strilli vari all’indirizzo dello smemorato (come lo ha definito il Gramellini). Ora l’eroico sindaco potrà tornare ad occuparsi di aborti e di omosessuali.
Così, per dire.