CR7 RASSEGNATI, QUESTA STRANA COSA SI CHIAMA FINE

Azienda, giocatore, uomo, persino nel gioco FIFA22 Cristiano Ronaldo e il suo marchio CR7 sono in crisi. Alla playstation infatti le skill sono in picchiata: resistenza, velocità, potenza, tiro… Non fossero bastati i numeri scarni di questa stagione: 15 gol in 7 mesi, uno solo nell’ultimo periodo. Il ritorno allo United è stato davvero un flop, in cui l’unico elemento in crescita è la tensione: gira per Manchester con due guardie del corpo, dalle quali – addirittura – questa settimana si è fatto scortare all’allenamento del mercoledì.

Dopo qualche incomprensione con l’allenatore Solskjaer nei primi mesi, le cose con il sostituto del tecnico esonerato sono precipitate: in panchina è arrivato il sergentone tedesco Ralf Rangnick, il quale non solo non ha per nulla rialzato le sorti dei reds, faticosamente alla rincorsa di quel 4° posto nella Premier che garantirebbe l’accesso alla prossima Champions, ma si è messo pure a escludere CR7. Domenica scorsa, nel derby con il City (perso 3-1), lo stratega che nella vita non ha ancora scelto definitivamente se fare il coach o il manager, ha avuto la bella idea di lasciare fuori il portoghese dalla formazione iniziale, con l’intento di giocarselo fresco a gara in corso. Ronaldo si è dato malato ed è rimasto a casa, probabilmente per telefonare al suo manager Jorge Mendes affinché si metta in pista per cercare la prossima squadra, forse quello Sporting Lisbona dove iniziò la sua lunga, straordinaria carriera.

Di straordinario a CR7 sono rimaste comunque molte cose: anzitutto la bacheca (5 Palloni d’oro, oltre agli innumerevoli successi con i club e l’Europeo con la sua Nazionale), poi i guadagni e la filantropia. Primo giocatore di calcio al mondo a superare il miliardo, ha un patrimonio stimato in oltre 500 milioni di dollari, un fatturato annuo che – tra stipendio e varie attività – supera i 100 milioni, devolve in beneficenza senza esitare quando si tratta di emergenze e ha contribuito alla costruzione di ospedali, centri oncologici, reperimento medicinali. In quest’ultimo ruolino umanitario, vanta persino adozioni a distanza e la custodia del primo figlio “di madre non rivelata”, mentre i secondi due li ha avuti da “madre surrogata”.

La crisi adesso è soprattutto tecnica. Non si rassegna all’invecchiamento (il 5 febbraio ha compiuto 37 anni) e alla ruggine, non è brillante né esplosivo e letale in una squadra che fa fatica, nel gioco e nei risultati. Dopo l’esclusione nel derby, CR7 se n’è andato un paio di giorni a casa in Portogallo (un paio di tabloid sostengono che non avesse l’autorizzazione dal club, all’oscuro del suo viaggio). La sua situazione pesa anche nella serenità e nell’equilibrio dello spogliatoio, composto da un livello generale modesto e guidato, appunto, da due allenatori in stagione, all’opposto l’uno dell’altro: Solskjaer mite e un po’ confuso, Rangnick severo e con convinzioni radicate, che non stanno però sortendo frutti.

Una questione di feeling che non riesce a ricomporre nemmeno Alex Ferguson, padre putativo del giocatore ai tempi d’oro del Manchester United. Il quale tra l’altro non solo avrebbe avallato l’ingaggio di Rangnick, ma lo avrebbe anzi sostenuto fortemente. Ora lo scenario è aperto a qualsiasi ipotesi, anche perché dopo la vera e propria fuga di Ronaldo dalla Juve – avvenuta poche ora prima della chiusura del mercato, la scorsa estate – c’è da aspettarsi che la sua insofferenza produca effetti impensabili. Il ragazzo è sempre stato suscettibile e permaloso: ai Gala di premiazioni varie è andato quando ha vinto, accettando malvolentieri i secondi posti. Quando il presidente del Real, Florentino Perez, gli proibì i raid del giovedì da Madrid al Marocco per andare a trovare il kick-boxer Badr Hari, chiese la cessione. Quell’amicizia fu molto chiacchierata: ogni settimana i due postavano fotografie dalla piscina della casa di Badr in atteggiamenti estremamente equivoci, fino alla goccia che fece infuriare Perez: CR7 in costume in braccio al kick-boxer pure lui in costume, con “Just married”, “Appena sposati”, titolo della storia Instagram.

Leader non è mai stato, nemmeno di se stesso. La vita sentimentale è un guazzabuglio, su cui rotocalchi e trasmissioni di gossip hanno ricamato per anni. Il rapporto con i compagni di spogliatoio è sempre stato ridanciano quando le cose andavano bene, ma non ha mai esitato a scagliarsi contro di loro nei momenti difficili: si vince per merito mio, si perde per colpa vostra. Un refrain neanche troppo sommerso.

Ora il re è nudo e solo, nuota nel suo mare dorato verso le sponde natie, tuffatosi dopo aver sbattuto l’ultima porta. Quanto gli resti da dare e da ricevere, complicato calcolarlo, sia dal punto di vista sportivo che finanziario, ma la sensazione è che il tempo dei bilanci finali nella sua vita calcistica sia alle porte e che sia sempre più vicino il giorno in cui potrà occuparsi soltanto del marchio, CR7, e non più dell’icona, Cristiano Ronaldo.

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