LO STRESS DELL’OZIO

di LUCA SERAFINI – L’agenda è piena. Appena sveglio ginnastica di riabilitazione con istruzioni Skype del mio fisioterapista di fiducia, caffè, tg. Intanto dall’iPhone arriva già il ticchettio dei primi whatsapp, incessante fino a notte fonda, con video di uno che guarda il mondo dall’oblò della lavatrice e canta, uno che va in bicicletta in casa, uno in auto in garage che simula di essere nel traffico, uno che porta a spasso un peluche, un paio di “buongiorno Luca” con la foto di Conte e il fumetto: “Vi chiudo anche i balconi!”

Ecco sms con le prime convocazioni per call conference con parenti e amici, fissate per tarda mattinata, primo pomeriggio e apericena ognuno con in bella vista il suo bicchiere di vino e i suoi stuzzichini. Mia nipote mi ha fatto iscrivere (con un’altra trentina di parenti) a un’applicazione gratuita per le videochiamate collettive, così possiamo festeggiare il suo compleanno tutti insieme: “Sei capace zio?”. La sorprendo e ride: sono diventato praticissimo nello scaricare le app, me ne hanno già fatte scaricare altre 2 amici e colleghi. Scarico app come un camallo le casse dalle stive.

Poi scattano i corsi di cucina yoga giardinaggio bricolage pittura… tutti online. Ah già, devo dare un’occhiata ai social con i pensieri e le riflessioni di tutti, tutti, tutti, poi gli appunti sulle donazioni da fare oggi (mi raccomando, anche solo un euro al mese!), qualche canonica telefonata tradizionale a mia sorella, a un’amica e a quello che non sentivo da 15 anni ma mi sta scrivendo tutte le mattine da una settimana: “Come stai?”.

Pausa bagno: bisognini, doccia con il triplo della schiuma abituale, igiene orale mentre scrivo, invio le prime risposte e inoltro a terzi le varie scemenze whatsapp, poi corsa al tablet per ricordarmi le convocazioni quotidiane al balcone, inno canti musica luci, già che ci sono mi fermo e scrivo un altro paio di pagine del mio nuovo libro.

A proposito, dopo vado a riprendere quello di James Ellroy per vedere come va a finire: vuoi non leggere un libro? Mi devo fermare dopo poche righe perché il cellulare suona: chiamata FaceTime da due amici gay che convivono in Spagna. A proposito, devo rispondere alla mia ex che mi ha mandato un vocale ieri sera: è un po’ depressa.

Pausa altro caffè, sigaretta elettrica, stima delle scorte in cucina per decidere se andare o no a fare spesa. Un’occhiata furtiva all’orologio sulla parete della cucina: Porco Giuda! Già le otto e venti! Mamma come è tardi… Eppure ho la netta sensazione di essermi dimenticato qualcosa.

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