SHALOM A CHI?

Dov’è la carità e dov’è l’amore? Certo non sembrano esserci carità e amore nella comunità Shalom di Palazzolo sull’Oglio, in provincia di Brescia, nell’occhio del ciclone da tempo e negli ultimi giorni ancora di più.

Un’inchiesta di “fanpage.it”, con tanto di infiltrata, e l’intervista di “Piazzapulita” a un ragazzo che nella comunità ci è stato, hanno riaperto il caso e questa volta sarà difficile rimettere il coperchio e ottenere il silenzio che da anni inspiegabilmente copre l’abominio. Non bastassero le dichiarazioni, le voci di chi è dentro e di chi ci è stato, ci sono le immagini, che certificano un inferno senza alcuna redenzione possibile.

Nata come comunità per tossicodipendenti, negli anni la capienza si è ingigantita, per numero e per varietà di disturbi, perdendo la connotazione originaria per assumere quella ufficiosa di manicomio, come qualche esperto fa notare. In principio furono i tossicodipendenti, poi i tossicodipendenti sieropositivi, a seguire problemi comportamentali vari, disturbi alimentari, depressione, alcolismo, tutti insieme appassionatamente, l’unione fa la forza, o più probabilmente l’unione rafforza la disperazione.

La pugnace condottiera si chiama Suor Rosalina Ravasio, battagliera sposa di un Cristo che non si capisce dove abbia scovato, linguacciuta e pronta alle barricate, dicasi avvocati, pur di difendere la sua fortezza.

Shalom è il fraterno saluto in lingua ebraica e traduce anche l’idea di pace, solo che in questo caso uno entra in pace, sia pur devastato dalle magagne sue, e in cambio riceve insulti, volgarità, sputi, idranti gelati, punizioni assortite, tra cui notti insonni obbligato a lavorare, ore di carriole zeppe di sassi da trasportare in circolo, si parla pure di una famigerata buca della merda.

E di cristoterapia: mancava all’appello tra le terapie del disagio. Pregare quando ti viene chiesto, un salmodiare continuo e chissà qual è il nesso tra le orazioni ed espressioni come “stronza di merda” che più volte si ascoltano nelle riprese raccolte nell’inchiesta, nemmeno una delle più volgari tra l’altro. Sia chiaro, la terapia della fede se ne sbatte che tu sia credente o meno, che tu voglia pregare o meno, un qualche dio minuscolo ti vede, ti ascolta, bada di non sgarrare.

Gli psicofarmaci poi sono elargiti con generosità, anche senza supervisione medica, intontisci e impera si dice, no? Psicofarmaci e pestaggi, documentati, e permanenze di anni e anni che sanno di reclusione prolungata nella clinica dei pazzi, dove chi ancora non lo è lo diventerà.

Chi resiste tenta la fuga, ma nemmeno quella è così facile, tutt’altro. I “vecchi”, i veterani che un tempo erano i disagiati, ora sono gli accoliti pronti a stanare i disertori, i devoti di suor Rosalina, apice di quel che pare uno strano culto, più che una casa nella quale ci si prende Cura delle persone.

Non è troppo difficile provare a immaginare quale sia il livello di manipolazione emotiva e mentale, più complicato capire come sia possibile che nessuno nei palazzi che contano sia al corrente di ciò che avviene là dentro, come sia possibile che una suora possa essere artefice di tutto questo e nessuno ne sia al corrente, nessuno eserciti il minimo controllo, come sia possibile che sia necessaria un’infiltrata per scoperchiare il vaso.

Le indagini faranno il loro corso e ci diranno, ma Brescia, insieme a Bergamo capitale della cultura 2023, qualunque cosa significhi, pare più capitale dell’orrore, al momento.

Un pensiero su “SHALOM A CHI?

  1. Ruggero dice:

    Sono sicuro che questa sceneggiata di Fanpage sia diffamante e da denunciare voi !! Non avete nessuna informazione reale sulla realtà shalom , siete qualunquisti e denigratori e diffamatori, Parlo da ospite che nella comunità shalom è entrato a 20 anni nel 2002 è uscito a cammino finito nel 2011. Fatela pure a me l’intervista.

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