di LUCA SERAFINI – Quando arrivò al Milan 21 anni fa, mi venne l’idea di fargli un’intervista combinata a un servizio fotografico con l’attore Ugo Conti: due terruncelli emigrati e di successo, simili come due fratelli, entrambi con un senso elevato dell’amicizia, della famiglia e con l’anima rossonera. Due premi Oscar, solo che “Ringhio” non lo aveva ancora vinto e invece Ugo se l’era portato a casa nei panni di Colasanti in “Mediterraneo”.
Oggi, 21 anni dopo, nulla è cambiato. Per entrambi. Legati da profonda amicizia, sono rimasti quelli per i quali una cena con gli amici vale più di una finale di Champions, naturalmente se a giocarla non è il Milan. Nel frattempo hanno perso entrambi un fratello (Ugo) e una sorella (Rino, solo venti giorni fa). Il diabete se l’è portata via a soli 37 anni, Francesca faceva fatica a curarsi ma Ringhio le stava addosso e glielo aveva quasi imposto.
Da allora, dal 1999, Gattuso e la sua famiglia sono parte della mia vita molto oltre quella del giornalista e del calciatore, poi allenatore. Mai conosciuto un altro come lui. Ha disdetto spontaneamente i suoi contratti ovunque abbia allenato: Svizzera, Grecia, Sicilia, Toscana, Milan…
Non ci stava più bene, a un certo punto. Rinuncia ai soldi, non ai suoi principi. A Pisa pagava lo stipendio ai calciatori perché la società non aveva quattrini. E lo ha rifatto a Creta, quando allenava l’OFI. A Milano è andato alle sette del mattino sotto casa della fidanzata di Calahnoglu per pregarla di ripensarci: se mi lasci il mio centrocampista Hakan, questo si lascia andare, le disse. Le ripetè. E lei lo ascoltò. A Napoli durante il Covid ha messo il suo stipendio sul tavolo, perché la società lo dividesse tra gli impiegati.
Rino Gattuso sa più di padre o fratello maggiore, che di allenatore. Non è sempre una virtù, nel calcio, ma non si snaturerà mai per rispettare i protocolli. Mai. Gli interessano di più educazione e rispetto, piuttosto degli schemi. Se uno non si impegna o non saluta quando arriva al campo la mattina, Gattuso lo lascia fuori. Anche se è il più forte. Per questa sua invadente umanità, persino gli avversari (calciatori e tifosi) lo hanno sempre amato, anche quando in campo menava e sbuffava.
Ha vinto una Coppa Italia con il Napoli eliminando l’Inter in semifinale e battendo la Juventus in finale: incredibile per uno che privilegia lo spirito alla tattica. Niente che vedere con scienziati e alambicchi di quella cosa così semplice che è il pallone.
Ha vinto sorprendendo tutti per il fatto che ci sia riuscito l’uomo, molto prima dell’allenatore. Non sembrava più possibile in questo calcio dove il terruncello e il negro restano bersagli e mai modelli. Ma a me non interessa: sono felice che abbia vinto un amico, leale, sincero, genuino, e mi dispiace non possiate sapere in tanti quanto sia vero. Quanto sia vero l’uomo.
Più che un articolo, è una lettera di ringraziamento, che mi sento di sottoscrivere sino all’ultima riga..Molto bravo, ed ineccepibile Luca, come sempre.. ???❤️?
Io l’ho sempre stimato ed amato sia come calciatore che come Mister del mio amatissimo Milan.
È un signore, di quelli che se ne trovano ormai pochi, purtroppo.
Ho tifato Napoli, volevo che vincesse x lui e x la sua famiglia, oltre che x la squadra.
Lo porterò sempre nel mio cuore ❤️?. Spero di incontrarlo, gli ho fatto una mascherina ❤️?
ora lo sappiamo e lo amiamo ancora di più
Luca questo articolo è di una bellezza mozzafiato….grazie perché mi aiuta a proseguire contro i preconcetti e gli schemi convenzionali. Ah! Come “odio” certi giornalisti che non sanno che cosa sia la verità, l’umanità, la verità. Grazie Luca
C’è solo un’ombra nella storia professinale di Gattuso che non capisco. Come e perchè trattò così male un altro campione e uomo vero come Montolivo. Non avrebbe meritato la via crucis che gli ha imposto negli ultimi due anni. Tu senz’altro saprai cosa e perchè è successo. Puoi condividere?
Ogni commento ci distoglierebbe da quello che ci hai raccontato.
Grazie Luca!
è GENUINO. spontaneo, diretto, come si fa a non volergli bene anche da avversario, quend’era giocatore era si irruento, aggressivo ma mai sleale, poi è uno che da’ tutto , e se uno da’ tutto, pur con limiti tecnici cosa vuoi rimproverargli, puoi solo additarlo a esempio per chi ha si le doti ma non la sua caparbieta’.