QUEL MINISTRO INGLESE CHE ABOLISCE L’IMMIGRAZIONE ABOLENDO MINNIE

Qualcuno sta davvero male, anzi peggio, peggio di chiunque e ovunque. Qualcuno umanamente sta davvero male, per scelta consapevole e argomentata e io penso e ripenso: chissà come dormirà.

La risposta è semplice in realtà, Robert Jenrick dorme benissimo, convinto e certo delle proprie scelte e dei propri proclami, che poi talvolta diventano anche provvedimenti e decreti ufficiali, essendo lui ministro dell’Immigrazione inglese.

L’ultimo di questi provvedimenti è indubbiamente espressione di un pensiero forte, un pensiero con le palle, se si può dire, roba da far impallidire la nostra Lega che notoriamente ce l’ha duro.

A Londra, in un centro di accoglienza per bambini migranti, sulle pareti compaiono le immagini di Topolino e Minnie, dell’orso Baloo del Libro della Giungla e poi qualche variopinta freccia per aiutare i piccoli disgraziati a orientarsi un poco, un minimo, un niente in verità, catapultati su un altro pianeta che nemmeno si immaginano quanto più crudele di quello che hanno lasciato.

A Robert Jenrick, al suo ministero e al ministero dell’Interno inglese però tutto queste moine sdolcinate non sembrano appropriate. Questi topolini, questi orsacchiotti, questo sconsiderato tentativo di mostrare un minimo di accoglienza a questi disgraziati non ha ragione di essere. Questo messaggio è decisamente sbagliato e inopportuno, ci informano, è un messaggio decisamente “troppo accogliente”.

I bambini non devono farsi illusioni, sono ospiti di “una struttura di contenimento ufficiale”, dove verranno “smistati” e poi “rispediti nel Paese di origine”. Il pensiero è profondo, elaborato, un pensiero muscoloso e virile, tosto. Sembra il parto di una mente malata e in effetti lo è, il parto di una mente che sta male, anzi peggio.

Come se i bambini in quel centro d’accoglienza già non l’avessero capito da soli che aria tira, come se già non avessero capito che l’accoglienza non solo non è una dotazione britannica, ma nemmeno di questo mondo, almeno per quanto li riguarda. E allora va bene, via Topolino, via l’orso Baloo, via le frecce colorate, capirai la tragedia. Erano belli, colorati, un po’ di illusione e di calore li davano, ma quando si nasce scalzi, e scalzi si rimane, altro che camicia, capirai che te ne importa se poi durano solo qualche ora.

Però i ministri e i ministeri che partoriscono questi pensieri proprio non riscattano secoli di colonialismo sfrenato, impietoso e superbo, certificano anzi una politica imperialista e disumana di un popolo che non riesce evidentemente a disfarsene mai del tutto.

Se io fossi un bambino di quel centro di accoglienza e per qualche motivo riuscissi a rimanere in Inghilterra, crescerei con animo acrimonioso, vendicativo, crescerei con animo incazzato, magari con animo da manovale, in testa quell’orso Baloo che di punto in bianco è scomparso dalla parete del centro di accoglienza, a un certo punto comprendendo il perché.

La politica ha bisogno anche di questo, pare, di azioni disumane per mostrare il proprio integralismo e raccogliere consenso tra chi è talvolta legittimamente insofferente nei confronti dell’immigrazione minacciosa. Ma davvero si raccoglie consenso in questo modo? C’è un futuro per l’umanità se pensiamo di dover ricorrere al cinismo e alla spietatezza nei confronti di bambini persi e disorientati?

Bambini che come ho detto passeranno oltre. Come sono passati oltre il deserto, oltre il Mediterraneo, oltre la Manica, passeranno oltre i ministri inglesi e la loro pochezza.

Non stupiamoci però se qualcuno di loro in futuro mostrerà rancore e magari rancore violento. Non sarà giustificato, ma non stupiamoci. Stupiamoci intanto della crudeltà senza limiti dei governanti britannici e anche della stupidità eventualmente, dell’illusione di raccogliere consensi in modo così squallido.

Un pensiero su “QUEL MINISTRO INGLESE CHE ABOLISCE L’IMMIGRAZIONE ABOLENDO MINNIE

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Proprio in questi giorni, per approfondire un tema oggetto di un testo teatrale, sto facendo una ricerca sulla patologia mentale e sulla capacità di intendere e di volere. Nella mia totale distanza da questi argomenti l’approccio deve essere necessariamente cauto e attento alle fonti, non può essere critico perché non dispongo dei mezzi, né ovviamente può trarre conclusioni in quanto la visione é necessariamente molto limitata. Premesso questo, da tutte le letture che sto affrontando, che sono comunque divulgative, da tutte le testimonianze di casi che mi stanno passando sotto gli occhi, sto traendo una visione molto interessante anche se consapevolmente viziata dall’approccio conoscitivo. La nostra mente può produrre iperboli cognitive che dobbiamo immaginare illimitate. La nostra capacità di entrare in relazione con la realtà ed elaborare una risposta è viziata da un numero altissimo di variabili sociali ed individuali che dipendono a loro volta da una sterminata combinazione di fattori ambientali, familiari, storici, esperienziali, attitudinali. Nei meandri di questo groviglio quasi inestricabile di elementi si somma la neurobiologia del nostro prezioso ed elaborante cervello. Questo approfondimento, anche se casalingo, mi sta aiutando molto, mi permette di affrontare alcune tematiche delicate e all’apparenza poco comprensibili con una consapevolezza maggiore. Stamattina mi si è parato davanti questo Sig. Jenrick. Sono andata subito a vedere il viso di questo gran pensatore, potrebbe avere un complesso, lui assomiglia a Winny the Pooh e questa cosa potrebbe creargli uno scompenso psicologico che lo mette in crisi con i personaggi dei cartoni, può essere. Scherzo naturalmente, quello che non va giù non è quello che può dire o fare un uomo, quello che rimane inaccettabile è che tutti gli altri possano accettarlo. In assoluto e per sempre, ma per le ragioni di ciò servirebbero più enciclopedie di studiosi seri.

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