PERCHE’ E’ COSI’ AFFASCINANTE IL COMPLOTTISMO

di ALBERTO VITO (sociologo e psicologo) – Come mai tanta gente è disposta a credere ai complotti? Perché tanti, ad esempio, sono convinti che la pandemia sarebbe stata creata volutamente in laboratorio, magari per inoculare tramite i vaccini dei microchip in modo da controllare tutta la popolazione mondiale attraverso la tecnologia 5G?

Il complottismo può essere definito un “delirio a bassa intensità” e ciò lo rende più facilmente condivisibile. Non è un delirio psicotico, con cui pure condivide degli aspetti, ed è parzialmente accettabile.

Come nei deliri maggiori, il punto di partenza sono dei dati effettivi di realtà: l’esistenza delle lobby, del 5G, il potere delle multinazionali, ecc. Poi, bisogna tener conto che ognuno si racconta a modo proprio la sua vita e quella degli altri.
Nelle narrazioni complottiste vi è sempre la presenza di un’entità superiore esterna, cattiva e dominante. Forse chi è complottista ha davvero vissuto un’ esperienza simile nell’infanzia, con genitori troppo severi e distanti.

Ma quale è la funzione psicologica di simili teorie?

Analogamente ai deliri psicotici, sono dei tentativi, più o meno riusciti, di combattere l’angoscia derivante dal contatto con una realtà che sfugge al nostro controllo. Una spiegazione, per quanto pericolosa, fa comunque meno paura di una realtà priva di senso, che sfugge al nostro controllo. Il complotto dà l’illusione di poterlo combattere, di avere alleati, di denunciare. Ci rende attivi. E’ dunque un modo paradossale, ma parzialmente efficace, per evitare di accettare la nostra solitudine e fragilità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *