José Mourinho ha concluso in anticipo le sue vacanze romane e romaniste, gli americani lo hanno messo alla porta con i ringraziamenti di repertorio, tanti saluti ma abbiamo bisogno di altro, non ne potevamo più dei tuoi capricci, delle tue proteste, delle espulsioni tue e del tuo clan. Con il massimo della perfidia hanno chiuso il comunicato ricordando la vittoria nella Conference League e la partecipazione alla finale di Europa League, medaglie alla memoria.
Scriveva Fernando Pessoa, grande compatriota del nostro nel settore letteratura: ”Puoi vendere il tuo passato, ma non puoi ricomprarlo”. Una didascalia o il riassunto perfetti per JM, che continua a vivere di rendita e riesce ad affascinare il popolo dei tifosi, che a Roma di questo avevano bisogno, in una città che, storicamente, si piega agli oratori di piazza, santa e laica.
In fondo JM ha ricordato il Nerone di Petrolini, al quale bastava ripetere: ”Roma rinascerà più bella e più superba che pria!” per ascoltare l’ignobile plebaglia rispondere “Bravo!” anche alla sola pronuncia di “Roma..”.
I fedeli della Magggica hanno abboccato ai comizi del portoghese, evitando di concentrarsi sul prodotto, sul gioco della squadra, sui limiti tattici e tecnici, sul nulla passato per tutto, sui derby persi, sulla classifica desolante.
Adesso non si escludono clamorosi gesti di reazione ai Friedkin, boia di un allenatore non compreso e non accontentato nei suoi desideri. Attrici, attori, cantanti, la Roma Cafonal di Dagospia si unirà compatta a difesa del tribuno umiliato ed offeso.
Del resto JM si è licenziato da sé medesimo criticando i propri dipendenti, denunciando i difetti dei calciatori, attaccando la società, costringendo alle dimissioni il direttore sportivo, tutto per crearsi un alibi codardo.
Il poeta elegiaco Albio Tibullo per primo definì “Roma città eterna”. Non per tutti, non per Josè Mario dos Santos Mourinho Felix, Special One.