OFFRIRE VITTO E ALLOGGIO ALL’AVVERSARIO, E’ UN ALTRO SPORT

Sarebbe stata una bella vittoria a tavolino, la più comoda nello sport: ti porti a casa i punti senza sudare, davvero una pacchia. Le ragazze della Golfobasket di Alcamo avrebbero dovuto incontrare le avversarie della Basket Lions di Lentini, in una delle sfide di campionato che in Sicilia comprende solo 8 squadre della categoria Under 14. Il problema è che le leonesse di Lentini (300 chilometri da Alcamo, quasi 4 ore di viaggio) si sono sentite dire dalla società che non ci sono tutti quei soldi per le spese di trasferimento, vitto e alloggio – una notte – così lontane da casa. Quindi, niente partita.

Il problema per Lentini, 23.000 abitanti ma nessuna palestra adeguata allo scopo, è che tutti i santi giorni che il Signore manda in terra le ragazze si devono andare ad allenare a 40 chilometri di distanza. Un sacrificio molto grande anche per le famiglie, capite bene.

Così, le ragazze di Alcamo hanno spazzato via tutti i condizionali: sarebbe, avrebbero… No, no: si gioca e basta. Ognuna delle cestiste di Alcamo si è presa in carico un’avversaria: ospitalità in casa, offerti i pasti, l’alloggio e la merenda prima della gara. Il Basket Lions dovrà pagare solo il pullman, cui contribuiranno i genitori delle fanciulle: si può fare, tutte in campo: “Abbiamo voluto attirare l’attenzione sul sacrificio di tante ragazze e bambine che – in tutta Italia, non solo in Sicilia – pur di praticare lo sport che amano, sono costrette a fare decine e a volte centinaia di chilometri pur di partecipare a un campionato, a causa di un numero di tesserate ancora troppo piccolo», hanno concordato insieme Lions e Golfo in una specie di comunicato congiunto.

Lo so che è un esercizio retorico scontato, lo so che c’entra poco o niente, ma a uno come me che segue il calcio professionistico da 45 anni non possono non essere venuti in mente trucchi, sotterfugi, sceneggiate piccole o grandi, simulazioni cui quei ragazzi milionari ricorrono in ogni occasione, pur di ingannare l’arbitro (il pubblico, gli avversari…) e vincere la partita. Per non dire delle società. Una cultura estesa anche a livello giovanile, dove spesso la complicità di allenatori, dirigenti e genitori è acclarata.

Scusatemi, proprio non ce l’ho fatta a non fare un parallelo. Un limite mio, amando il calcio e lo sport.

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