MA SI’, METTIAMO IN CROCE SPERANZA E LIBERI TUTTI

Non sarà il miglior ministro della storia e qualche stupidaggine può essere che l’abbia anche fatta, ma sparare su Roberto Speranza è diventato lo sport nazionale, con o senza porto d’armi.

La chiave degli attacchi è sempre la stessa ormai, nessuno più tollera gli accenni alla prudenza, nessuno più tollera che qualcuno, tantomeno un ministro, possa considerare anche scenari aggressivi della pandemia, quelli che ci imporrebbero il ritorno alla cautela e alle misure preventive, mascherine in primo luogo.

Renzi non se lo ricorda, ma in modo più o meno diretto fu lui il primo a scongiurare provvedimenti duri e duraturi, quando ancora la situazione era oltremodo drammatica. Renzi, lui, quello che parlava coi morti di Covid e che a lui avevano confidato di sperare in una riapertura generalizzata, in loro memoria poi.

Da lì in avanti le virtù prudenza e Speranza hanno cominciato a infastidire come mosche a fine stagione, e ora di una e dell’altro nessuno vuole più saperne.

L’imminente riapertura delle scuole ha innescato nuovamente la repulsione, e le dichiarazioni di puro buon senso e inevitabili del ministro hanno subito attizzato gli animi.

Cosa avrebbe detto Speranza di così inaccettabile? “Alla partenza la mascherina non sarà obbligatoria. Si valuterà il quadro epidemiologico passo dopo passo. L’auspicio è che si possa utilizzare il tema della raccomandazione e della responsabilità individuale rispetto all’obbligo. Sarei un po’ più cauto nel dire no mascherina”. Sarebbe a dire che qualora la situazione peggiorasse o precipitasse, sarebbe inevitabile reintrodurne l’utilizzo.

Non nutro particolare simpatia per Speranza, ma cosa avrebbe dovuto dire? Via le mascherine e addio per sempre? A che titolo, in qualità di veggente?

Ormai siamo suscettibili a qualsiasi richiamo alla realtà o anche solo a ipotetici scenari sgradevoli ma possibili. La campagna elettorale non aiuta, trattandosi della fiera delle occasioni e delle offerte speciali, del mercato dove a prezzo d’occasione si offre quel che si vuol sentire e non necessariamente quello che serve e servirà, fosse pure un provvedimento spiacevole, fosse pure una sberla a fin di bene.

Ci si mette poi anche l’epidemiologo Bassetti, che soffia sul fuoco e immediatamente punta il dito: “non mi sbagliavo quando dissi….vedrete che i nostri ragazzi torneranno a scuola senza mascherine obbligatorie, ma dopo un paio di settimane o qualcosa di più, le reintrodurranno dicendo che la situazione epidemiologica è mutata”.

Bravo, io che non ci capisco un tubo, grazie alle sue parole ci capisco ancora meno, perché se la situazione epidemiologica dovesse mutare davvero, in peggio evidentemente, qualcuno dovrebbe vergognarsi di imporre di nuovo l’utilizzo delle mascherine? Non capisco proprio.

Andrà tutto bene, tutto si risolverà per il meglio, chi può dubitarne, e del resto lo sapevamo già dall’inizio, già ad aprile, a maggio del 2020, lo sbandieravamo tutti che sarebbe andato tutto bene. E così è stato, quasi, giusto qualche morto, chi si ricorda quanti esattamente.

Andrà tutto bene anche ora, ci mancherebbe, ma se così non fosse? È così folle mantenere un pensiero prudente ed empirico, osservare quel che accade?

Ma pare sia folle in effetti, al più ci scapperà ancora qualche morto, ormai siamo diventati bravi: li contiamo, li seppelliamo, li dimentichiamo.

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