LOLLO HA PERSO PURE IL TRENO DELL’ASTUZIA

Tra le altre, c’è una cosa in particolare che rende a me insopportabile il ministro Lollobrigida. Il ministro che chiede una fermata speciale al treno ritardatario su cui viaggia, per non arrivare oltre tempo agli impegni istituzionali in programma, ammesso che una trasmissione condotta Nunzia De Girolamo possa essere considerata un impegno istituzionale.

C’è una cosa ed è quella che non può non essere definita ottusità.

Non mi stupisce la disuguaglianza nei confronti degli altri passeggeri, che pure è evidente e che qualcuno ha incorniciato con la formula “lei non sa chi sono io”. Non la tracotanza, che pure immagino travestita, con abiti paternalistici e ringraziamenti di circostanza ad uso e consumo dei testimoni.

No, l’ottusità. L’assunto scontato è che lui non è uguale agli altri, ma la cosa che fa ridere è l’incapacità di considerare che in fondo era persino un’occasione per acquisire popolarità e simpatia. Senza proclami, senza toni accesi, bastava semplicemente attendere il cronista e dichiarare che come gli altri lavoratori a bordo era rimasto vittima di un intoppo, né più né meno e né più né meno dei suoi connazionali e, semmai richiesto, perché mai avrebbe lui dovuto godere di privilegi che gli altri mai potrebbero avere?

Vuoi mettere il guadagno sul consenso? E invece no.

E invece prevale l’ego, la prevalenza della carica, il presenzialismo e in ultimo, ma tutt’altro che ultimo, un certo petto in fuori e un certo sentirsi sul piedistallo.

Nonostante il cognome, neppure recitare gli viene bene.

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