LODE ALL’AUTISTA ATAC CHE VA CONTROMANO

Simona, Simona, che combini, ma chi te l’ha fatto fare? Ma perché non farti i fatti tuoi?

Se non altro per non toglierci certezze, noi lo sappiamo bene in che tempi viviamo, anzi, il nostro tempo lo viviamo con partecipazione e consapevolezza. Mai ci saremmo sognati di intrometterci e dire la nostra, figuriamoci fare la nostra parte.

Spiego, a chi non fosse al corrente. Notizia di pochi giorni fa, ma che richiede molto più risalto. Simona è un’autista (e che sollievo il termine unisex…) dell’ATAC, Azienda Tramvie e Autobus del Comune di Roma, e mentre è alla guida scorge in prossimità di una fermata un gruppo di ragazzini con atteggiamenti concitati. Subito le pare evidente che non si tratta di un pacato ed equilibrato confronto tra amici con vedute differenti: un sadico infierire del branco sul più debole e indifeso, piuttosto.

Quel che vede non le garba, ma prende tempo. In realtà già il fatto che non le garbi e che cominci a rimuginare suona anacronistico, ma andiamo avanti. I ragazzini salgono sull’autobus e le angherie proseguono. Lei, Simona, scruta lo specchietto e apre le orecchie, volume 10: insulti, male parole e poi anche le mani, spinte e altro ancora.

Inspiegabilmente Simona decide di intervenire, in modo inaspettato e inaspettatamente efficace. Frena, ferma l’automezzo, apre le porte posteriori e sommessamente annuncia ai molti passeggeri che deve controllare una gomma. Pure mendace, quasi intollerabile.

Fatto sta che Simona si insinua nel gruppo insolente e prepotente, con parole persuasive si rivolge alla vittima e lo accompagna nella cabina del conducente, la sua. Tutta roba illegale, sia chiaro, non si dovrebbe parlare al conducente, figuriamoci se si può portare qualcuno nella cabina del medesimo.

Non è finita, ma quasi, tranquillizzo. Simona, mentre riprende la marcia in direzione capolinea, invita il malcapitato a chiamare i genitori, in modo che una volta a destinazione non corra il rischio di ricadere nelle grinfie dei bulletti, i quali, nel frattempo, attoniti e forse, ma non ci giurerei, consapevoli della vigliaccata, non profferiscono parola e assistono svergognati.

Chi te l’ha fatto fare, Simona? Che combini? Non sono questi i comportamenti da tenere in questi tempi, la moda va in tutt’altra direzione, caso mai non te ne fossi accorta.

Si cammina a testa bassa, al più puntata sullo smartphone, ed è buona pratica farsi i fatti propri, non immischiarsi, non vedere o almeno far finta di non vedere. Chi te lo fa fare di intervenire, ne vale la pena?

Capisco che il vintage vada molto ultimamente, ma questo mi pare decisamente troppo. Anche se la madre del bullizzato pare pensarla in modo decisamente diverso e addirittura è arrivata a ringraziare Simona.

Francamente, più che vintage mi pare un comportamento preistorico. Ma ci rifletto.

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