L’INSALATA RUSSA DI IRENE

“Quella che vedete in Italia non è la realtà: qui si sta benissimo. (La Russia) è un Paese libero che dà opportunità a tutti”

“Il racconto della Russia illiberale, dittatoriale è una costruzione dell’Occidente che da anni attacca Mosca. L’Occidente ha sempre considerato questo Paese come la pecora nera. La Russia non ha fatto altro che difendersi”.

Parole sante, parole scolpite che il dubbio non può nemmeno sfiorare, non è contemplato. Sono le parole della ventitreenne Irene Cecchini, portatrice insana di una borsa di studio che l’ha condotta fino in Russia. Studia Affari governativi e internazionali e ha le idee chiarissime anche per quanto riguarda se stessa: vuole fare l’ambasciatrice e se possibile vivere lì, in Russia, la culla di ogni libertà e il sogno di ogni pensatore libero, oggi più che mai.

La scelta e l’ambizione hanno senso in effetti. Lei, giovane donna risoluta e granitica nel pensiero, si sente libera da ogni dubbio ed è oltremodo sensato che desideri vivere e prosperare in una delle roccaforti del pensiero integralista in merito a diritti civili e libertà. È talmente allineata e fedele da essere stata ricevuta da Putin, col quale dice di essersi sentita a suo agio e io non ho alcun dubbio.

Io sono anzi certissimo che Putin sia un simpaticone, dalla battuta sempre in canna, e non a caso era amicone del nostro barzellettiere per eccellenza, il fu cavaliere. Putin del resto è affabile, docile e pronto a elargire carezze a chiunque, lo sappiamo: a patto che la pensi come lui, esattamente come lui, virgole, parentesi e sottintesi inclusi.

Nemmeno serve mostrarsi dissenziente: sbagli la virgola, ti scappa un’allusione e il tuo destino è segnato. Disgrazia e stenti per i meno pericolosi, il cancellino per le menti più intraprendenti.

Irene Cecchini non sarà d’accordo immagino, ma vorrei provare a convincerla:

Aleksej Naval’nyj

Sergei Yushenkov

Paul Klebnikov

Anna Politkovskaya

Alexander Litvinenko

Stanislav Markelov e Anastasia Baburova

Natalia Estemirova

Boris Berezovsky

Boris Nemtsov

Mikhail Lesin

Dan Rapoport

Ravil Maganov

Pavel Antov

Yevgeny Prigozhin

Queste sono solo alcune delle persone cancellate da Putin. Per qualcuno morti accidentali, naturali, malaugurate, guarda caso però tutte morti di persone che la pensavano in modo diverso. Non necessariamente in modo giusto o illuminato, semplicemente diverso.

E sono solo alcune delle persone cancellate, poi ci sarebbero tutte le altre e quelle incarcerate, minacciate, vessate, imbavagliate, nel Paese delle grandi opportunità che la rampante Irene Cecchini ha eletto emblema della libertà.

Lei può comunque dormire sonni tranquilli, nel suo mondo fatato dove tutto è permesso e dove ci sono possibilità per tutti. Lei è forte del suo pensiero schierato e incrollabile e ora pure benedetto da Vladimiro il Grande.

Pace e bene cara Irene. Il tuo nome dalle origini greche non lascia scampo, significa pace, e io in fondo te ne auguro in abbondanza. Ti ricrederai, tempo al tempo, se solo vorrai spogliarti del paraocchi che hai deciso di indossare. Ora addirittura ti rincorrono per intervistarti, non è chiaro se in quanto mosca bianca o semplicemente per le scemenze che dici.

Buona Russia comunque, solo ricorda una cosa: anche se da queste parti gli stenti non mancano, almeno è possibile ciò che da quelle parti è inconcepibile: dissentire, avere un’opinione diversa.

Usare il proprio cervello insomma, o più semplicemente, essere uomini.

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