LETTERA AL SINDACO SALA DA UN CICLISTA IN LUTTO

Nel mio ultimo intervento per @ltroPensiero.net, esortavo gli amministratori e I governanti ad avere più coraggio, ad osare di più, a fare di meglio in riferimento al nuovo codice della strada da poco licenziato dal consiglio dei ministri.

Passa il tempo, le città ritornano a ripopolarsi dopo le ferie, riaprono le attività economiche e le strade ritornano ad intasarsi. Non cambiano i messaggi che ci vengono propinati: nuovi modelli automobilistici che sfrecciano all’interno di città deserte, si continua a parlare di sostenibilità, e qualcuno, inebriato dal ricordo delle vacanze in cui ha serenamente pedalato all’aria aperta, rispolvera la bicicletta e la tira fuori dal garage e si avventura nelle strade della propria città. Si accorge che le ciclabili sono invase da auto parcheggiate, fa spallucce e decide di percorrere la normale carreggiata, si ferma al semaforo affiancato da un mezzo pesante che appena scatta il verde, svoltando, lo investe! Uccidendolo.

Sempre il nostro povero avventuriero ciclista sta pedalando tranquillamente e l’Audiota di turno (chiedo perdono ai proprietari del noto marchio tedesco, ma molti dei fenomeni che sgasano in città guidano modelli del famoso ed eccellente marchio, l’accostamento è fin troppo banale), perde il controllo e lo investe uccidendolo. L’idiota diventa anche assassino, il povero avventuriero ciclista coperto da un lenzuolo bianco!

Le cronache di questi giorni sono impietose; nulla è cambiato, anzi, la situazione se possibile continua a peggiorare, pertanto non è più il momento degli inviti ad agire, del cordoglio di facciata per le povere vittime, dei proclami. Siamo in vera e propria emergenza; invitare ad utilizzare la bicicletta assume gli aspetti di un reato, quello di “istigazione” al suicidio, urgente agire per non essere ritenuti formalmente complici di questi delitti.

Se non si cambia e non si interviene per invertire la rotta, le conseguenze saranno tragiche per tutto il sistema Paese, per la nostra immagine e per la nostra economia. Saremo sempre meno attraenti, i turisti stranieri sceglieranno altre mete, le nostre città saranno sempre meno vivibili, la nostra serenità, salute ed incolumità sempre più a rischio.

Come agire? Città 30, controlli e sanzioni certe, obbligo di strumenti tecnologici che limitino le distrazioni all’interno dei mezzi che conduciamo, educazione ed insegnamento delle regole comportamentali, cultura del rispetto e della civile convivenza.

Prendiamo Milano; capitale economico-finanziaria del nostro Paese, metropoli che guarda all’Europa ma che deve fare i conti con fatti di cronaca sugli incidenti mortali in cui sono coinvolti utenti deboli della strada, che di fatto la penalizzano e ne minano le legittime ambizioni. Per i ciclisti, sta diventando la Città della morte.

Coraggio Milano. Coraggio sindaco Sala, tra l’altro convinto appassionato ciclista, si metta in testa a condurre il gruppo, faccia da guida per tutto il Paese, imponga le regole che stanno cambiando molte altre grandi città europee, alcune di queste anche più complesse di quella che amministra lei, si faccia capofila del cambiamento e della svolta che gran parte del Paese chiede. Ci vogliono politiche serie che garantiscano futuro sostenibile e migliore, rispetto all’orribile presente che stiamo vivendo e di cui, francamente, sarebbe l’ora di vergognarsi. Le nuove generazioni ci ringrazieranno, e quelle attuali faranno finalmente un salto in un presente migliore.

SILVIO MARTINELLO E’ CAMPIONE OLIMPICO SU PISTA AD ATLANTA ’96

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