LE SPIAGGE DROGATE DELLA SANTANCHE’

Ma certo, ha tutte le ragioni, come dare torto alla ministressa del Turismo, signora di tutti i Twiga, sua genialità Daniela Santanchè. Dopo che l’altra genia Meloni l’ha messa a capo del ministero, per inciso uno dei più importanti, se ancora vale il nostro mantra “turismo petrolio d’Italia”, lei sta prendendo sul serio la missione e comincia a partorire le prime idee. Una delle più fresche, una delle migliori, resta questa delle ultime ore, così esplicitata: “Dobbiamo assegnare ai privati le spiagge libere ora piene di tossicodipendenti e rifiuti”.

Era ora che qualcuno ponesse la questione. Non se ne può più di queste famiglie povere, di queste comitive di boy-scout sbandati, di queste coppiette anonime e insignificanti, che ogni estate vanno a deturpare i (pochissimi) tratti di costa rimasti fuori dal controllo del nuovo briatorismo balneare, corrente di pensiero che invece vuole riqualificare i litorali investendo denaro, impiantando gazebi con aria condizionata e personal trainer, applicando eque tariffe cinque stelle. Con un ministro così, davvero l’Italia può finalmente diventare un immane wellness-center a tariffe adeguate, senza più pezzenti tra i piedi, loro e i loro bambini idioti, sempre lì a fare stupidi castelli con le palette e a mangiarsi la focaccia unta sotto il patetico ombrellone dei grandi magazzini. La vera emergenza nazionale è questa, la vediamo bene: i poveri stanno distruggendo il paesaggio italiano, con la squallida complicità del ceto medio, tutti quanti a stendere i loro penosi salviettoni made in China sulla sabbia della grande bellezza. Bisogna puntare sulla cultura, basta con i poveri in giro a piede libero. D’altra parte, è sufficiente guardare le mogli, di questa brutta gente: non hanno neanche il buon gusto di andare dal chirurgo prima di esporsi in costume, ogni estate sempre peggio.

La linea finalmente è chiara: il governo Meloni, grazie alla ministressa prestata dal Twiga, viaggia verso l’estate privatizzata, gestita dai privati e riservata ai privati. Quanto ai privati privi di adeguato reddito, che se ne stiano a casa: finiamola di pensare che il mare sia un bene di largo consumo, alla portata del primo geometra che passa. Chi non può permettersi lo stabilimento con l’amaca e il mohito, si faccia una doccia a casa. E che sia finita con l’idea cretina del turismo di massa.

Solo una domanda: quando la Santanchè parla delle spiagge che non frequenta e non conosce, cioè delle spiagge libere piene di tossicodipendenti, intende dire che sono meglio le spiagge esclusive, piene di vip e figli di vip che tirano di cocaina? Chiedo per un amico.

Un pensiero su “LE SPIAGGE DROGATE DELLA SANTANCHE’

  1. Cristina Dongiovanni dice:

    Io non ci volevo credere…poi l’ho vista sfilare in un corridoio governativo, ho osservato l’incedere, i movimenti del capo che con languida grazia scostavano con disinvolti alcune chiome ancora ribelli e, come dire, mi sono lasciata trasportare da quel sentimento umano così spontaneo e fecondo che a volte prorompe incontrollato e sa intuire la verità, su cui non voglio soffermarmi. Certa gente non riesce a percepire il prossimo..

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