LE SORELLE PIAGNONE

Saranno anche brave donne, diciamo pure che sono bellissime, due sorelle ideali, le perfette sorelle d’Italia, ma Giorgia e Arianna stanno diventando piuttosto pesantine. Io non so se erano così anche da piccole, con mamma e zie, ma basta e avanza come si muovono da grandi. Due frignone totali. Tutti i giorni ce n’è una che denuncia l’accerchiamento, la cattiveria, il sadismo del mondo là fuori contro il loro idillio domestico. A conferma di una verità storica: più il potere è forte, più diventa permaloso.

La premer ci dà dentro di suo, se non sono gli avversari sono i giornalisti, se non sono i giornalisti sono quelli che ficcano il naso nel suo matrimonio. Ma quando si prende una pausa, subito a sostituirla l’incontenibile Arianna. Ultima occasione Firenze, congresso di Fratelli d’Italia. Esordio da bambina timida: “A me piace lavorare nell’ombra…” (come no, è la prima cosa che viene da dire su di lei: schiva e riservata). Poi però arriva subito la cosa che le importa davvero rilanciare davanti a tutti, una nuova: “Siamo molto attaccati, pensano di farci saltare il sistema nervoso: tirano fuori parenti, antenati, ma non ci riusciranno, perché non abbiamo scheletri nell’armadio e perché noi lo facciamo solo perché ci crediamo…”.

Il mondo è cattivo, fuori dalla Garbatella. La cosa peggiore che ti possa capitare, oggi, in Italia, è essere una sorella Meloni. Quando non frigna Giorgia, tocca ad Arianna. E’ il lamento delle nuove martiri, tanto brave e tanto perseguitate. Ma chi era mai Giovanna d’Arco.

C’è chi si ostina a pensare che il potere comporti inevitabilmente, da sempre, di queste seccature. Ma in famiglia non sono del parere. Hanno in mano tutto, decidono qualsiasi nomina, distribuiscono poltrone, prendono in giro l’Europa, mettono al governo i loro parenti e i loro santini (Santanchè, Sangiuliano), eppure sbroccano. Sempre a piagnucolare e a fare le vittime, calimerite acuta e lacrime da asilo Mariuccia, sono tutti alleati, è un complotto, ci vogliono male e ci rinfacciano qualunque cosa.

Ma tu pensa, ma tu guarda quant’è ingiusta la vita: chi comanda si deve pure sorbire le critiche di chi ha perso. Proprio così, siamo arrivati al punto che la maggioranza deve subire gli attacchi della minoranza. Non è vita, è un’indecenza. Chiaramente alle sorelle frignone andava meglio lo schema democratico del Ventennio, in cui chi comandava aveva solo le folle sotto i balconi, fin dalla più tenera età, mentre chi aveva ancora voglia di criticare veniva amorevolmente curato a olio di ricino. Se bastava.

E pazienza se anche i predecessori ne sono usciti a brandelli: di Renzi non resta più niente, di Conte i banchi a rotelle, di Berlusconi e Prodi bunga bunga e mortadella, persino di Monti e di Draghi si parla come di due rimba ai giardinetti (e a dirla tutta sono proprio le combriccole delle sorelle a raccontarli così).

Ma evidentemente c’è modo e modo: gli avversari si possono tritare, però gli avversari devono essere moderati, mansueti, rispettosi, comprensivi. L’ideale sarebbe che votassero a favore, per buona educazione.

Si metta tranquilla, la sora Arianna: si goda la sua epopea familiare, beva fino all’ultima goccia queste bollicine che danno euforia, ma almeno conceda agli sconfitti la consolazione del dissenso. L’altro modo, metterli a tacere, evoca altri tempi e altri metodi che peraltro in casa conoscono bene, anche solo per sentito dire, tramandati dagli avi.

Cosa vuole questa Arianna, che l’Italia chieda scusa? Se può servire a metterla tranquilla, si può fare. Cominciamo col chiedere tutti scusa per non avere capito fino in fondo la grandezza dei mariti che lei e la sorella si sono scelte, due giganti del pensiero.

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