L'”ADORABILE” FALLACI CHE SVERGOGNAVA IL LATO SCABROSO DEGLI ANNI ’50

Come strenna natalizia siamo ormai fuori tempo massimo, ma può essere un’idea per il nuovo anno, per inquadrare quegli Anni Cinquanta che sanno di cellulosa e vinile. “Gli Adorabili”, appena uscito per Rizzoli, è un’adorabile raccolta di articoli mai raccolti prima, tranne un paio, che Oriana Fallaci ha scritto per “L’Europeo” tra il 1954 e il 1959.

Un libro di gossip, dei ritratti irriverenti e spietati di quella che non era ancora considerata a ragione la più grande giornalista italiana da quando Gutemberg ha inventato la stampa. È una Fallaci giovanissima, ma già caparbia, già talentuosa, soprattutto già in possesso di una personalità spiccata e di una scrittura caustica e corrosiva che non risparmiava niente e nessuno, nemmeno i divi di Hollywood, anzi.  Una sorta di visti da vicino che ci fanno un quadro completo di una società che in ogni caso era già bella viziata e lasciva, quanto quella di adesso, solo che all’epoca c’era solo qualche Fallaci, oggi c’è un mondo che spia e rilancia, senza conoscere e soprattutto senza rete, per via della rete.

Frank Sinatra “è brutto, irascibile, maleducato, e simpaticissimo”. James Dean è “tarchiato, le spalle curve, un provinciale miope che fa il bagno una volta la settimana, se lo fa”, ma anche “un misantropo avvelenato dal successo”. Liz Taylor “è convenzionale e limitata”, Yul Brynner “è basso, brutto, calvo, antipatico e ci tiene a essere tale”. Le donne gli muoiono dietro “proprio per questo: il gusto dell’orrido è diffuso”. Però Yul Brynner “è un ottimo attore” che ha fatto la gavetta, anni di teatro “seminudo, coperto solo da brache rosse oro”, e le spettatrici, “sconvolte da eccitata curiosità” bagnavano le sedie. “Ti guarda con certi occhi che ti vien voglia di diventare sua schiava”.

Audrey Hepburn è più ricca degli altri colleghi “perché non paga le astronomiche tasse che pagano gli altri”. Nessuno sapeva dove Marilyn Monroe abitasse col terzo marito Arthur Miller, ma la Fallaci sì, “New York, 44 della 57esima Est”, e lo scrive pure, e ci entra pure, “piano 13, sette stanze, in affitto, hanno una guardarobiera, e una governante e cuoca”. Da quando Arthur e Marilyn sono sposati, “sono ingrassati lui 12 kg, lei 14”.

La Fallaci è già la Fallaci: scorretta e informata. Dice tutto: chi è gay e chi no. Uomo o donna. James Dean “ha fatto carriera attraverso le conoscenze”, maschili, su tutte “il produttore Lemuel Ayers. Non c’è cosa che James non fa per lui”. Marlon Brando “ha un inseparabile amico francese che lo accompagna ovunque”. E Marilyn Monroe “ha una esagerata amicizia con Amy, moglie del suo socio Milton Greene”.

La Fallaci incontra anche la 23enne Sophia Loren alla sua prima trasferta americana. Viaggia con “6 bauli di vestiti, 65 paia di scarpe, 20 cappelli (che non porta mai), 30 bambolotti portafortuna”. A Sophia non è stata insegnata “la sofistication”, e fa brutte figure, “chiama i suoi domestici ‘i miei servi’”, sarà felice che queste cose tornino a galla. La Fallaci non le risparmia nulla: le sue misure? “97-59-97”. Per certa stampa, femminile, è nient’altro che “una florida contadina”.

La Loren non “quaglia” con Gregory Peck, con John Wayne e neppure con Cary Grant, non solo perché a Cary Grant piacevano più gli uomini che le donne, ma perché “c’è un uomo italiano che non ammette queste sorte di ipotesi”. È Carlo Ponti. I due si amano clandestinamente, Ponti è sposato, e Sophia a Los Angeles abita “con la sorella Maria”.

Ieri come oggi, ognuno se la racconta come gli fa più comodo. A un anno dalla morte di James Dean, arriva questa lettera alla polizia: “Siamo 300 ragazze, fan inconsolabili di James Dean. Il 30 settembre noi ci sceglieremo una scogliera isolata e, al volante delle auto dei nostri genitori, ci getteremo in mare: tutte insieme”.

Isterismo collettivo, adolescenza ribelle? Come sempre, ieri come oggi.

Un pensiero su “L'”ADORABILE” FALLACI CHE SVERGOGNAVA IL LATO SCABROSO DEGLI ANNI ’50

  1. FIORENZO ALESSI dice:

    Egr.Dott. Pier Augusto Stagi,
    se de “Gli Adorabili” le premesse sono di tal fatta come Lei espone , francamente a siffatta “giovanissima” giornalista preferisco, e di gran lunga, quella grandiosa donna di cultura e scrittrice che, negli anni di una maturità travagliata ed infine dolorosa, è stata e rimane Oriana Fallaci.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

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