LA GRANDE PRESA IN GIRO DEL SERVIZIO CIVILE (E NON SOLO)

Tardo pomeriggio, un caffè e uno schermo che trasmette non so bene cosa. Però a un certo punto arriva la pubblicità e parte uno spot promosso dal Governo. Si parla del Servizio Civile Universale e di come sia un’opportunità “di formazione e di crescita personale e professionale per i giovani, che sono un’indispensabile e vitale risorsa per il progresso culturale, sociale ed economico del Paese”, come recita anche il sito del Dipartimento delle Politiche Sociali.

Tutto molto bello e se uno si inoltra ulteriormente riesce anche a leggere questo: “Il servizio civile universale è la scelta volontaria di dedicare fino a un anno della propria vita al servizio di difesa, non armata e non violenta, della Patria, all’educazione, alla pace tra i popoli e alla promozione dei valori fondativi della Repubblica italiana, attraverso azioni per le comunità e per il territorio. È aperto a tutti i giovani di età compresa tra i 18 e 28 anni (29 non compiuti), anche stranieri regolarmente residenti in Italia”.

Si potesse, lo concedesse la grammatica, direi tutto molto bellissimo. Come sempre tra il dire e il fare non tutto è perfetto e non tutti Servizi Civili riescono col buco e figuriamoci quelli universali, ma poco importa, l’occasione rimane importante e nobile, per chi la raccoglie e per chi ne raccoglie i frutti.

Tra il dire e il fare quindi va bene, quel che non torna sta tra il caffè nel tardo pomeriggio e la cena. Vuole il caso che il TG regionale della Lombardia trasmetta un servizio sul Servizio, rimarcando come si tratti di “un’esperienza formativa destinata ai giovani tra i 18 e i 28 anni….che anche in Lombardia riscuote da anni un discreto successo, tanto che quasi tutti i posti a disposizione vengono occupati. Però quest’anno le disponibilità anche in Lombardia saranno quasi dimezzate. Con la legge di bilancio, infatti, il governo ha ridotto in modo significativo i fondi destinati al Servizio civile. Una decisione che ha comportato una riduzione drastica dei posti disponibili…”

Il Governo tiene così tanto al Servizio Civile che manda convincenti spot in TV subito dopo aver tagliato i fondi necessari e quindi pure i posti disponibili. Un’antifona ormai, il Governo tiene così tanto alle cause sociali che prima le sostiene, a parole, e poi taglia i fondi dedicati. Il Governo e a ruota la regione Lombardia, presunto motore d’Italia e migliore interprete delle campagne romane.

Un po’ come è successo con i fondi a favore dei caregiver: cercano di convincerci che gli assegni vitali per le famiglie con disabili saranno rimpiazzati da fantomatici servizi integrati, che nessuno ha capito cosa siano e che semmai sarebbe solo il caso di aggiungere alle quattro palanche che fino a ieri arrivavano a dare un po’ di respiro.

Verrebbe da pensare a uno stato confusionale del palazzo, se non fosse che pare più verosimile un’operazione chirurgica per mettere non in secondo piano, ma nello sgabuzzino, tutto quel che c’entra con i bisogni dei più deboli e l’assistenza in genere.

In Lombardia si parla di un bilancio di 36 miliardi di euro, vale a dire 36.000 milioni di euro, e la locomotiva del Paese è riuscita a tagliare i fondi per l’assistenza, la miseria di 15 milioni di euro. Del resto con tutti quei palazzoni da curare e spolverare, tutte quelle scrivanie e quelle poltrone da salvaguardare, non ci si può occupare di tutto e tantomeno di tutti.

Almeno diciamolo: altro che locomotiva, un vero atto da pezzenti, senza anima e senza principi.

Nessuna sorpresa comunque, come anche la favola del Servizio Civile ci racconta: di chi non porta ricchezza non importa più nulla a nessuno. Un ponte non si nega a nessuno, ma un po’ di assistenza la si può negare a tutti, o almeno a tutti quelli che non possono permettersela.

Poi basta capirsi su cosa si intenda per ricchezza. Una volta siglata l’intesa, barra a dritta e ciao Darwin.

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