LA GIUSTIZIA INCOMPRENSIBILE DEI 17 ANNI AL GIOIELLIERE RAPINATO

Ha davvero dell’incredibile la vicenda giudiziaria di Mario Roggero, il gioielliere piemontese condannato a ben 17 anni di carcere per aver ucciso a colpi di pistola nell’aprile 2021 due rapinatori. La pena della Corte d’Assise di Asti è stata anche più dura della richiesta di 14 anni del Pubblico Ministero. Disposto anche il risarcimento provvisionale di circa 100.000 euro per i familiari delle vittime.

A pesare contro il commerciante, di 68 anni e sinora incensurato, il fatto di aver inseguito i rapinatori anche fuori dal negozio e di aver sparato mentre questi stavano dirigendosi verso la loro auto. Rincorse gli aggressori per strada dopo che la figlia fu minacciata con una pistola rivelatasi poi giocattolo. Lui, nella difesa dei suoi legali, ha sostenuto di aver esploso 4 colpi verso l’autovettura temendo che i fuggitivi avessero rapito la propria moglie ed ha anche invocato delle attenuanti per il trauma conseguente ad una precedente rapina. Fatto sta che è stata completamente rigettata l’ipotesi assolutoria della legittima difesa, invocata dai legali del gioielliere.

Al di là delle polemiche politiche subito suscitate dal caso, che rischiano di apparire sempre strumentali, è certo che al comune cittadino risulta difficile comprendere le logiche, probabilmente legittime ma certamente discutibili, con cui si muove il diritto in Italia. Basti pensare che proprio pochi giorni fa sono stati concessi dal Tribunale di Napoli Nord gli arresti domiciliari in un paese del Veneto al diciannovenne coinvolto nelle violenze sessuali di gruppo ai danni delle due cuginette di 12 e 10 anni a Caivano, clamoroso caso nello scorso luglio. La detenzione del giovane componente del branco è stata dunque sinora brevissima. La decisione ovviamente ha provocato sconcerto e rabbia nella famiglia delle ragazzine, secondo cui l’entità del reato era talmente grave che non si doveva procedere alla scarcerazione.

Così, quella che si chiama “Giustizia” rischia di apparire profondamente ingiusta, applicando di volta in volta pesi e misure molto diversi, con provvedimenti talvolta distanti dal generico buon senso. D’altro canto anche l’Europa ha segnalato più volte preoccupazioni per lo stato del diritto nel nostro paese, a partire dall’annoso tema della durata eccessiva dei procedimenti giudiziari, tanto che la mancata attuazione di riforme nel settore di giustizia rischia di essere il nostro tallone d’Achille, anche riguardo ai fondi destinatici con il PNRR. Ma quel che più conta, è la fiducia che i cittadini nutrono in questa fondamentale branca della vita civile e preoccupare. Forse, non è mai stata così bassa.

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