“LA BUONA SCUOLA” DELLA MAESTRA ULTRA’

Roma, scuola elementare “Caterina Usai”, classe seconda, la maestra è ‘na luppacchiotta eccitata dalla coppa conquistata a Tirana, dunque dopo l’appello chiede alla scolaresca di cantare l’inno della magggica, “Grazie Roma” di Venditti Antonello.

I pupi, alcuni con maglietta giallorossa, inneggiano, ma c’è uno che frigna, è daaLazio, perché costringerlo al canto per lui blasfemo?

La maestra ha messo la palla in corner dicendo che il bambino soffriva di mal di testa e dunque il pianto era dovuto al dolore immenso appena attenuato da una compressa di Tachipirina. Altri scolari, per nulla appassionati dalla banda Mourinho, anzi tifosi dell’odiatissima Juventus, si sono piazzati in silenzio in fondo all’aula, seguendo straniti il karaoke de noantri, al che la docente di cui sopra ha preannunciato, come par condicio, che nei prossimi giorni farà cantare gli altri inni dedicati alle squadre di serie A, per riscattare i fermenti dei genitori e un eventuale metoo delle curve.

A pensarci bene trattasi di un nuovo metodo Montessori, la quale, ricordo, era ritratta sulle banconote da mille lire. Oggi il suo dolce volto verrebbe stampato accanto a quello di Zaniolo, un fulgido esempio di educazione civica o, a scelta, a quello del manipolo di rossoneri, con Ibrahimovic in testa, o di altri eroi della favola rotonda, tutti cantori di testi eleganti.

La maestra, di nome Daniela, ha comunque aperto i giochi, basta con Mameli e Va Pensiero, palla al centro e se veniamo di lì vi facciamo un coso così. Al suono della campanella, invasione di banco.

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