IN FUTURO FORSE NE AZZECCHEREMO UNA SUL FUTURO

di CLAUDIO TOGNOZZI – Come sarà il futuro? Circolano molti simpatici aforismi sul tema: “Il futuro è già passato”. “Il futuro non è più quello di una volta”. “È difficile fare previsioni, specialmente sul futuro”.

A chi gli chiedeva previsioni sul lungo periodo, l’economista J. M. Keynes rispose: “Sul lungo periodo saremo tutti morti!”

Anche nella lingua italiana il futuro è trattato con sufficienza. Mentre il passato ha, nelle coniugazioni, tempi e modi diversi (passato prossimo, remoto, trapassato, participio), il futuro ha solo quello semplice e anteriore (che, sostanzialmente, è un passato del futuro).

Per rilevare gli errori di previsione su come sarà il futuro, è interessante rivedere i film di fantascienza del passato. In “Ritorno al futuro 2″, ipotizzato nell’anno 2015, avremmo viaggiato a bordo di macchine volanti. Non ci siamo neanche lontanamente vicini. In “2001 Odissea nello spazio” sbarcavamo su Giove. È fisicamente e tecnicamente impraticabile oggi come allora.

Qui riporto alcune famose dichiarazioni con previsioni sbagliate:

“Il Titanic? Inaffondabile!”

“Che l’automobile abbia praticamente raggiunto il limite del suo sviluppo è suggerito dal fatto che durante lo scorso anno non sono stati introdotti miglioramenti sostanziali” (Scientific American, 1909)

“Non c’è la minima possibilità di sviluppare l’energia atomica”. (A. Einstein, 1932)

“Al pubblico non interessa vedere figure in movimento su uno schermo, ma attori in carne ed ossa in un teatro”. (C. Chaplin, 1916)

“Chi diavolo vorrebbe sentire gli attori parlare?” (la Warner Bros, a proposito del sonoro nel cinema, 1927)

“Con l’invenzione del rasoio usa e getta, si può dichiarare terminata l’evoluzione dell’oggetto stesso (Bruno Munari, designer: a breve veniva lanciato sul mercato il bilama).

“Il cavallo è qui per rimanerci, mentre l’auto è solo una novità, una moda passeggera.”

Nel 1959, Bruno Martino cantava:

“Nel duemila… noi non mangeremo più
né bistecche, né spaghetti col ragù,

prenderemo quattro pillole e con gran semplicità
la fame sparirà…

Andremo sulla Luna con il razzo delle tre.

Andremo poi su Venere per prendere il caffè.

Nel duemila… ogni cosa cambierà,

ma l’amore senza pillole sarà…”

Questo era il sentimento dei tempi. E mai previsioni sul futuro scritte in una canzonetta furono più sbagliate.

Nell’ordine:

Mai come oggi i cibi sono così variegati ed elaborati.
La fame nel mondo non è scomparsa per niente, anzi…
Sulla Luna non andiamo da mezzo secolo. Men che meno su Venere.
Riguardo all’amore… è stato inventato il Viagra.
Bruno Martino è morto esattamente nel 2000. Purtroppo neanche questo aveva previsto…

In un divertente libro illustrato degli anni ’80, “Manuale degli oggetti introvabili” (con invenzioni assurde, tipo l’altalena per bambini con una sega circolare sotto il sedile per segare tronchi di legno, oppure la scala con una serie di babbucce fissate ai pioli per non scivolare), c’era anche una vasca da bagno con lo sportello per entrare senza scavalcare il bordo. Ebbene, l’hanno realizzata e oggi è in commercio. Quando la realtà supera la fantasia…

fficialmente Internet nacque in USA (si chiamava ArpaNet) nel 1969, l’anno del primo sbarco sulla Luna, come rete di collegamento dati tra 4 campus universitari, e praticamente nessuno se ne accorse. Precedentemente la rete serviva come scambio informazioni militari, ma ben presto il servizio fu abbandonato perché giudicato facilmente decrittabile. Ci vollero un sacco di anni perché Internet venisse utilizzato per l’uso che sappiamo.

Ken Olson, ingegnere e fondatore della Digital Equipment Corporation, nel 1977 disse: “Non c’è ragione per cui qualcuno dovrebbe volere un computer a casa propria”. Certo, fosse stato un salumiere, magari si poteva anche giustificare.

Con la diffusione del personal computer, una previsione era che la carta sarebbe presto scomparsa. Come si sa, nulla di più errato.

Bill Gates, uno dei più grandi imprenditori e visionari dei nostri tempi, anni fa disse: “Nel futuro vedo un computer su ogni scrivania e uno in ogni casa”. Si sbagliava per difetto: io, per esempio, ne ho 4. Lo stesso, nel 1994, dichiarava: “Per i prossimi dieci anni prevedo uno scarso potenziale commerciale per Internet”. Senza parole!

Nessuno prevedeva il grande successo dei messaggini. D’altra parte, perché scriversi se si può facilmente parlare al telefono? (E questo me lo chiedo ancora)

Ho ricordi personali sulle previsioni, spesso ideologiche, che andavano di moda negli anni ’70: “la classe operaia andrà al potere” (è quasi scomparso il termine stesso, e comunque, la poca classe operaia rimasta oggi è rappresentata in grandissima parte da immigrati); “parleremo esperanto” (c’è ancora qualcuno al mondo che lo parla?)

Nel 1989, con il crollo del muro di Berlino e, conseguentemente, del comunismo, la Democrazia Cristiana gongolava, prevedendo per sé un roseo futuro. Questo partito, che in passato aveva ottenuto addirittura il 48% dei voti, tempo tre anni scompariva dalla scena politica senza lasciare tracce. Confermando il fatto che la gente la votava solo per paura del comunismo.

Alzi la mano chi aveva previsto che il maggior problema del mondo nel terzo millennio sarebbero state le guerre di religione. Non si ricorda niente di simile dal Medioevo.

È mai possibile che nessuna agenzia di “intelligence” abbia ipotizzato, negli scenari apocalittici, un attacco alle torri gemelle? E anche subito dopo l’urto, molti esperti dichiararono che i grattacieli comunque non sarebbero crollati. Tant’è vero che furono inutilmente e stoltamente mandati a morire numerosi pompieri.

Con la diffusione delle bombe atomiche, parecchi “ottimisti” ipotizzarono che non ci sarebbero state più guerre, proprio per tema di ritorsione. Questo mi ricorda un’azzeccata vignetta satirica di tanti anni fa: rappresentava un uomo preistorico che, tenendo una clava in mano, sentenziava: “Con l’invenzione di quest’arma micidiale, nessuno più oserà fare guerre!”

Personalissima osservazione: come si fa ad essere così ottusi? Come si può credere che non verrà mai utilizzata? Quando l’atomica potrà essere costruita da chiunque e a basso costo (e succederà!), come si potrà pensare di stare sicuri? Einstein disse: “Non so quando e con che armi sarà combattuta la terza guerra mondiale, ma so che la quarta sarà combattuta con le clave.” C’è un postulato della statistica che dice: “Se una cosa può succedere, succederà!”. E lo scrittore G. Simenon scrisse: “È impossibile prevedere che cosa farà un imbecille”.

La “Blu”, telefonia mobile nata nel 1999, aveva come slogan “Il futuro che non c’era”. Infatti non c’era… ha chiuso tre anni dopo.

Parlando sempre di slogan, c’era anche “il futuro parte da adesso”, concetto che fa il paio con la frase “per me il futuro è stasera!”. No, non è un’espressione di un filosofo greco… ma di Tony Manero, alias John Travolta (La febbre del sabato sera).

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