IL NATALE A MEZZ’ASTA DELLA BREXIT

Il Christmas non sarà merry, buon Natale, ma subdued, sottotono. In Inghilterra sembra tirare un’aria modest, dimessa. Non tanto per le luminarie, per i grandi magazzini, per le prime compere: amici di rientro da Londra testimoniano luci come e più del passato, i dati di rilievo della WordReference sembrerebbero non indicare un calo così vertiginoso rispetto a uno o addirittura due anni fa, quando si toccarono i minimi termini.

Insomma, d’acchito non sembra esserci proprio nulla di strano che in un Paese che ha perso Elisabetta dopo 70 anni di regno e cambiato 3 primi ministri nel giro di pochi mesi, il morale sia un po’ giù, aggrappato – per risalire – più alle speranze dei leoni del calcio in Qatar che ai pub e al nuovo corso politico.

Leggendo e ascoltando qualche corrispondenza dettagliata, invece, l’allarme arriva più dagli spot televisivi che dalle abitudini dei britannici. Scrive Luigi Ippolito sul “Corriere della sera” che lo Zeitgeist, lo spirito del tempo, si coglie per esempio nello spot di un anziano maldestro che su uno skateboard investe i passanti, cade, si fa male ma non desiste, fino a che sulla porta di casa trova l’assistente sociale che ha accompagnato una ragazzina – anche lei con uno skateboard sottobraccio – data in affido all’uomo, il quale per questo cercava di allenarsi. Sorriso amaro, quasi straziante in un contenuto sociale forte e un messaggio diretto.

Argos punta su una coppietta pronta a festeggiare la notte del 24 dicembre soltanto con un sacchetto di patatine sulla tavola, ma a un certo punto irrompono i vicini con cibo, dolci e regali. E poi, scrive sempre il “Corsera”, i supermercati Tesco vanno dritti al sodo: “Non essere triste, in queste Feste senza gioia ci siamo noi con le nostre offerte e i nostri sconti”.

Dal canto suo il governo ha lanciato una campagna di sensibilizzazione perché nelle case si abbassi il termostato e si faccia la doccia invece del bagno. Per risparmiare. A completare l’opera di mestizia per la prospettiva di un Black Christmas, un’epidemia di influenza aviaria che sta sterminando i tacchini britannici.

In realtà, a parte l’alternarsi di figure di riferimento come appunto la regina e il prime minister, sono accaduti altri fatti ineluttabili ad appiattire l’umore per le prossime Feste: anzitutto, l’Inghilterra avrà nei prossimi due anni “la peggiore crescita di tutto il G20” (Ocse dixit), mentre è già l’unica del G7 a non essere tornata ai livelli prepandemici.

Saranno stati il Covid, la guerra, la caduta degli dei di Buckingham Palace e Dowining Street 10, ma insomma il fantasma della Brexit aleggia cupo nei cieli dell’isola, tanto che ormai soltanto uno scarso 30% di inglesi pensa che sia stata una buona idea fare fagotto dal Continente.

“La conflittualità sociale ha raggiunto i livelli degli anni 70”, conclude Luigi Ippolito, raccontando che il capo del sindacato dei ferrovieri – che hanno annunciato una serie di scioperi a raffica – è stato ribattezzato per questo “The Grinch”, l’elfo che ruba il Natale. In buona compagnia, peraltro.

Uno dei pochi a godersela è un signore di Nottingham che ha lanciato sui social un gruppo che segnala gli sconti più vantaggiosi nei supermarket, così che chi lo segue possa apparecchiare una buona tavola, se non proprio allegra, per il Christmas 2022.

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