TANTI SALUTI AL CUGINO MEGALOMANE, LA JUVE TORNA AL CUGINO PRUDENTE

La Juventus di Andrea Agnelli ha finito il suo viaggio dopo 4576 giorni, nove scudetti, cinque coppe Italia, cinque Supercoppe, due finali di Champions league, ventinove trofei complessivi, un bilancio sportivo eccezionale, un bilancio contabile devastato.

La Juventus è di John Elkann, azionista di riferimento, voce silenziosa di Exor e Stellantis, l’erede designato di Gianni Agnelli, dopo la prematura scomparsa di Giovanni Alberto, figlio di Umberto. L’uscita di scena dei due vecchi e mitologici fratelli aveva portato a una nuova realtà sportiva, a un club che è cresciuto fino ad esplodere, un tifoso presidente, più tifoso che presidente, vittima della propria passione che lo ha ubriacato nelle due sfide finali contro Real Madrid e Barcellona, facendogli credere di poter competere sul campo e nei conti, realizzando il sogno di Ronaldo, ma cadendo in quella trappola finanziaria e nelle sabbie mobili di ingaggi sguaiati con calciatori mediocri e già svaniti.

La fortuna di Agnelli Andrea, a differenza di Moratti e Berlusconi costretti a farsi da parte e a vendere, la sua fortuna dicevo, è stata quella di avere alle spalle un cugino pagatore, e non un non meglio investitore straniero, indonesiano, cinese o comunque fuori dalla fotografia italiana.

Le dimissioni non concludono una storia acida. Agnelli e altri quindici figure del club dovranno fare i conti con il processo che durerà a lungo e con ogni probabilità non porterà a conseguenze particolari. Le tricoteuses attendono, invece, che la squadra bianconera rotoli in fondo alla classifica e finisca in serie B come nel 2006. Si muove anche Tebas, capo della Liga spagnola, e chiede sentenze immediate sulla Juventus che è complice di Barcellona e Real Madrid nel famigerato progetto Superlega, si segnalano fiumi di champagne in casa Ceferin al sito dell’Uefa, si ode il rumore dei nemici e questo eccita di più la folla juventina che, in verità, gode al pensiero di essersi liberata (pensate un po’) di Agnelli, per dedicarsi ai nuovi dirigenti.

Costoro sono uomini di conti, Ferrero, il presidente indicato da Elkann, e Scanavino, direttore generale, pure lui su spinta dell’Ingegnere suo sodale al Poli di Torino, nel senso di facoltà di Ingegneria (Politecnico). Elkann si è fatto vivo con un comunicato istituzionale che garantisce il futuro del club e della squadra, Allegri resta, ringraziamenti al cugino Andrea capace di avere regalato i migliori anni.

Ora si deve mettere mano ai conti, correggere gli errori e le omissioni, impresa difficilissima da effettuarsi entro il 18 gennaio, data dell’assemblea generale. Gli juventini passano, la Juventus resta. Ha superato vergogne, attacchi, tragedie, uscirà anche da questa volgare storia di soldi e celebrerà il 24 luglio del prossimo anno 100 anni sotto lo stesso cognome, la stessa famiglia. Un record che nessun tribunale potrà mai toglierle.

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