I DEMENTI CHE PROVOCANO APPOSTA I CAMPIONI, SCOPO LIKES

In questi ultimi anni abbiamo visto la figura del tifoso medio in tutte le sue mille sfaccettature. Spesso  contrastanti e incoerenti tra loro, e quasi sempre spinte da commenti e giudizi di pancia, senza nessuna logica o cognizione di causa.

Tra questi troviamo gli immancabili insulti al calciatore della propria squadra per una partita persa, uno stop sbagliato, un rigore spedito in tribuna. Addirittura, in certi casi, si è sfociati nella minaccia e in qualche augurio tutt’altro che benevolo. Ma, per quanto sbagliati, sono il risultato della rabbia di un momento, dell’incapacità di scindere la vita reale da quella sportiva.

Ci sono casi, però, in cui l’insulto e la provocazione sono figli di una subdola strategia. E Iñigo Martínez, difensore del Barcellona, ne sa qualcosa.

Il calciatore, poco prima di entrare nel centro sportivo dei catalani, ferma la sua auto e scende per litigare con un presunto tifoso appostato lì fuori. Soltanto dopo, si è scoperto essere un tiktoker tifoso del Real Madrid.

“È ultima volta che mi chiami stupido”, si sente Iñigo dire al ragazzo nei video diventati virali online: “Mi hai sentito? L’ultima volta che mi chiami sciocco. L’ultima che mi insulti. E il tuo amico lo stesso. Ti avviso”, prosegue il difensore.

Uno scontro dialettico che, scrivono i media spagnoli, potrebbe non finire qui.

Infatti, pare si tratti di una brutta quanto ormai consueta abitudine quella di attendere i calciatori della squadra avversaria (in questo caso del Barcellona) fuori dal loro centro sportivo, la Ciudad Deportiva Joan Gamper. Lo scopo è provocare i giocatori con insulti e mancanze di rispetto per far perdere il controllo e registrare tutto in un video che dia agli istigatori “mi piace” e views sui social media.

I giocatori hanno già denunciato questa sorta di sistema che, molte volte, addirittura, prevede la richiesta di autografi su carte o magliette con l’obiettivo di rivenderli online. Insomma, calciatori usati come esche e una presunta passione per il calcio strumentalizzata a favore di follower e quattrini.

In molti si sono divisi sulla reazione di Iñigo Martínez; per alcuni ha fatto bene, per altri avrebbe dovuto ignorare il provocatore e non cadere nel suo tranello. Ma è difficile gestire certe situazioni, mentre è molto facile dare lezioni da dietro una tastiera. E’ ora che i tifosi la smettano con questi atteggiamenti: definirsi sostenitori non significa avere il diritto di insultare chiunque dove e come si vuole, specie se poi tutto finisce su TikTok, emblema di una stupidità ormai fuori controllo.

E mi vien da sorridere pensando allo slogan “il calcio è dei tifosi” tanto pubblicizzato dalla FIFA per combattere l’idea della Superlega. Se questi sono i tifosi.

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