CONCERTI NO, MATURITA’ SI’: DOVREMMO DAVVERO SMETTERLA CON L’IPOCRISIA DELLA MASCHERINA

La premessa è d’obbligo: se serve, la mascherina va indossata anche quando ci sono quaranta gradi all’ombra. Punto e a capo. Anzi, punto e a seguire, il sottoscritto continua a indossarla nei negozi e negli esercizi pubblici in genere, ma sarà un vizio di forma presumo, un po’ come indossare gli occhiali da sole quando il sole non c’è o non ti bacia in fronte, non annoverandoti tra i belli.

Però, al di là della fissa e al di là di ogni sospetto, spero si possa dire che la discussione che riguarda le mascherine a scuola durante gli esami di maturità ha rotto l’anima e anche qualcos’altro. Ora pare che le mascherine medesime saranno raccomandate ma non obbligatorie, ma io, che pure sono un estimatore, delle mascherine intendo, posso dire che questa pruderia è veramente la quintessenza dell’ipocrisia italiana? E non oso varcare i confini, perché non sono un gran viaggiatore, mi limito allo stivale con lo sperone.

Nel concreto e nel concreto pedante: durante gli scritti, il distanziamento è garantito per statuto, ancora più che durante le lezioni ordinarie. Durante gli orali, il distanziamento è garantito in modo ancora più ovvio e scontato, la commissione là, l’esaminando qui, tre metri sopra la media, su per giù, se esiste un teatro più conforme alle norme anticovid qualcuno lo dica.

In compenso, sempre nel concreto e nel concreto pedantissimo, veniamo da settimane di concerti da decine di migliaia di persone dove l’assembramento è inevitabile, il contatto non evitabile, la mascherina un reperto fossile. Vasco, Ligabue, Piazza Duomo a Milano e via a seguire, sudore e droplet in libertà non vigilata e promiscui come mai, eppure noi riusciamo a discutere da settimane sull’opportunità o meno degli esami di maturità smascherati.

Il punto è chiaro: il concerto è lo spazio dell’anarchia, dove il popolo si ammassa e ne combina di tutti i colori, ce l’aspettiamo. La scuola è invece lo spazio del decoro e del rispetto delle regole, giustamente, e anche lo specchio dell’istituzione, togliere la mascherina vuol dire mostrare lassismo e indifferenza. Poco importa il senso, neanche il buon senso, la realtà dei fatti, la fattualità per usare una parolaccia dei tempi che corrono: che al concerto o allo stadio il rischio di infettare e infettarsi sia infinitamente superiore che a scuola, e sicuramente a scuola durante gli esami di maturità, importa a qualcuno?

Io credo che sia evidente a tutti la disparità, ma proprio a tutti, quindi possiamo gentilmente smetterla di prenderci in giro?

Un modo ipocrita di affrontare la questione che non è nuovo, già mesi fa ne abbiamo avuto chiara e palpabile testimonianza.

31 ottobre 2021, con tutte le precauzioni mi avventuro a Milano, Stadio Meazza, l’occasione è Inter – Udinese. Mentre il Paese avverte il sentore di un’ennesima ondata, il campionato e gli stadi veleggiano, almeno al 75 per cento. La mascherina sarebbe obbligatoria, ma chi è senza surclassa i coscienziosi. All’ingresso, il massimo del sarcasmo. In attesa di oltrepassare i cancelli, i tabelloni elettronici si premurano di fornire l’ammonimento vitale: “SI PREGA DI EVITARE ASSEMBRAMENTI”. Ci si guarda, si sorride, si stringe la mascherina al viso e si spera nella buona sorte.

Quel “Si prega di evitare assembramenti” in uno stadio fatto apposta per gli assembramenti traduce tutta l’ipocrisia che induce oggi ad arrovellarsi sulle mascherine all’esame di maturità, mentre nei campi volo e negli stadi ci si sputacchia addosso di tutto. Il cittadino medio, che è medio ma non cretino, non è che non capisce, capisce perfettamente, capisce che i tifosi di calcio che frequentano gli stadi e i fan di Vasco e Ligabue sono immuni e possono fregarsene di qualsiasi precauzione, mentre gli studenti e gli insegnanti sono contagiosissimi e certo non può bastare il distanziamento per prevenire una catastrofe.

Arbitro venduto e Ligabue sei figo senza mascherina si possono dire, Seneca e il Risorgimento pare invece richiedano il bavaglio.

Se questo non è uno specchio dei tempi…

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