COMANDANTI

di CRISTIANO GATTI – Non c’era ovviamente bisogno di un’epidemia mortifera, ma anche questa arriva a confermare certe leggi di natura.

L’abbiamo visto: ci sono comandanti che nel momento estremo del rischio e del pericolo stanno ben saldi al loro posto, si caricano in spalla il dramma, si mettono al servizio degli altri e scendono dalla nave per ultimi. Poi ci sono comandanti che invece scappano per primi, senza dare nell’occhio, se possibile travestendosi con barba e baffi finti.

Ci sono comandanti che nelle corsie di ospedale si fanno carico di un’emergenza spaventosa, restando in reparto giorno e notte, tagliando i ponti con casa e famiglia, e se non sono gente da corsia sono comunque gente da ambulatorio di quartiere, comunque anche loro sempre e valorosamente lì, al loro posto, cercando di fare il possibile per mettere in salvo più vite possibili. E poi ci sono quelli che al primo colpo di vento, fiutando grosse grane, si danno alla macchia, come diversi medici della Campania raccontati in questi giorni sui giornali.

Ma anche lontano dalle tragedia non cambia di molto. Tutti i giorni è così. Ci sono comandanti, nelle scuole, nelle aziende, negli uffici, che quando le cose funzionano bene si prendono i meriti, ma quando le cose vanno male danno la colpa al vice, o al vice del vice. Poi ci sono comandanti che invece si assumono in proprio, in prima persona, gli errori dei loro collaboratori, proteggendoli come scudi umani. E quando un sottoposto riceve una gratificazione, sono i primi ad esserne felici.

Ci sono comandanti che intendono il loro ruolo come un buon posto per incassare complimenti, premi, adulazioni, medaglie, inviti eccellenti. Poi ci sono comandanti che proprio hanno a noia l’encomio, la nomina, il titolo, l’inchino, la deferenza e la cena negli ambienti che contano.

Ci sono comandanti forti coi deboli e deboli coi forti, poi ci sono comandanti forti con i forti.

Persino in famiglia ci sono comandanti e comandanti. Ci sono comandanti che se la prendono con la scuola perchè non comprende il genio dei loro figli, poi ci sono comandanti che se la prendono con i figli perchè non comprendono la grandezza della scuola.

E’ così. Anche stavolta s’è visto bene. Sulle navi come nella vita, ci sono sempre i Gennaro Arma e ci sono i Francesco Schettino.

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