ADDIO RATZINGER, IL PAPA CHE CI HA SBATTUTO IN FACCIA IL NOSTRO NICHILISMO

Per quello che possiamo capire noi gregge di pecore allo sbando, Ratzinger non aveva certo l’aplomb del grande curato universale come Francesco, scarpe grosse, maniche rovesciate, lessico parrocchiale. Tanto meno aveva la postura del grande parroco universale come Wojtyla, un passato in piazza con i lavoratori, eloquio duro, deciso, però umanissimo e rassicurante.

A dirla tutta, se ne va il Papa meno idolatrato dell’epoca contemporanea, meno icona e meno tutta quella roba che piace soprattutto a chi non crede e a chi non frequenta, al gossip laicheggiante, ma anche ai cattolici più istintivi e concreti, che hanno più bisogno del santino che del ragionamento. Senza nulla togliere a nessuno.

Però, adesso, sarebbe anche ora di non togliere più niente nemmeno a Ratzinger, che non aveva niente del Papa pop, ma che aveva il grande cervello e il grande cuore del vero uomo di Dio, raffinatissimo intellettuale e insieme nonno affettuoso. Mentre “se ne torna a casa”, come amava dire negli ultimi tempi, qualcosa gli andrebbe restituito a livello terreno, riconoscendogli un incrollabile rigore morale, una irremovibile fermezza sui princìpi e anche sulle miserie della Chiesa palancaia e pedofila, di quella Chiesa che non ha più niente a che fare con lo Spirito, senza bisogno di aggiungere Santo.

Per noi pecore allo sbando, Ratzinger era più Paolo VI che Giovanni XXIII, certo. In qualche modo e in qualche passaggio ci appariva persino imperscrutabile e inaccessibile, ma la sua vicenda terrena dice a pieno titolo che ha degnamente rappresentato l’idea, la filosofia, i tormenti dei credenti cristiani.

Se poi questo ha corrisposto poco con la nostra nuova idea mondana di trascendente, più vicina alla soap opera e alla fiction clericale, il problema non è suo, ma di chi lo considera fuori dal tempo e fuori dal mondo. In questo mondo, persino in questi tempi che abbiamo imparato a definire fluidi, Ratzinger ci è stato benissimo: fermo, nitido, chiaro, perfettamente riconoscibile, anche nei suoi modi anticonformisti, così schivi, così riservati, così umili.

La sua umile grandezza, o la sua grande umiltà, non hanno temuto di dire chiaramente che questa nostra società, a forza di relativizzare tutto, a furia di demolire valori e ideali, è approdata trionfalmente al nichilismo. Non una rivelazione da poco. Non un’ammissione da poco. Almeno per chi abbia orecchio per ascoltare e memoria per ricordare. E magari buona volontà per ribellarsi, proprio come faceva Ratzinger, il Papa che non si è mai uniformato. Il Papa che non ha mai cercato la popolarità tra gli uomini, ma ha sempre cercato faticosamente la volontà di Dio. Non era curato, non era parroco, ma adesso manca come un vero padre.

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