Vanessi e la sua brigata hanno il talento giusto per riuscire nell’impresa, presentando le idee sotto il titolo di Bohvax (locuzione già presente nella Treccani), che riassume il dubbio sul tema, aggiungo che l’agghiacciante disegno di copertina, con un profilo vampiresco e giurassico non aggiunge serenità. Se poi la prefazione è scritta da Fusaro Diego allora il cerchio, niente affatto magico, si chiude, e si apre il libro che non risolve l’interrogativo, non si schiera a favore o contro, non è divisivo, aggettivo di gran moda, ma moltiplicatore di pensieri e parole.
A proposito direi che la mandria delle mucche, alcune presumo pazze, che muggiscono “Vaccinatevi”, si presta alla doppia lettura, aggettivo relativo alle vacche e sostantivo sul preparato da inoculare, tutto in linea con le provocazioni grafiche e le didascalie di cui Vanessi, tra gli altri, è diventato maestro.
Di certo fare satira in tempo di pandemia è davvero un rischio voluto, una forma di esorcismo per fuggire dal tifone quotidiano fatto di annunci terribili e scenari angoscianti.
Suvvia è il tempo di alzare lo sguardo al cielo per allontanarci dai marciapiedi sporchi. Basta un libro di vignette. No? Mah. Boh.