1,2 MILIONI DI NUOVI FUMATORI: LA TRAVOLGENTE RISCOSSA DELLA SIGARETTA

Secondo l’Istituto Superiore di Sanità negli ultimi mesi è aumentato nel nostro paese di 1,2 milioni il numero di fumatori. L’aumento ha riguardato entrambi i sessi, non diminuisce il numero dei giovani consumatori e pare che i nuovi prodotti (sigarette a tabacco riscaldato, e-cig) non incidano nel ridurre le ricadute. Anche negli Stati Uniti, dopo ben vent’anni di calo, per la prima volta il consumo di sigarette è in aumento.

“E’ finito il lento declino del fumo”, ha così titolato il “Wall Street Journal”. Il maggior tempo trascorso a casa, lo smart-working, la noia, ma soprattutto l’aumento dell’ansia e dei livelli di stress, sono i fattori più utilizzati per spiegare le cause di questo incremento di fumo.

Ma non si tratterebbe solo di questo. Secondo alcuni osservatori, l’attività del fumare sta riprendendo consensi nell’immaginario collettivo, dopo anni in cui abbiamo condiviso una giusta visione antifumo. Fumare pare che stia tornando ad essere “à la page”, come risposta agli eccessi salutistici e al veganesimo, mentre nei social non è più considerato disdicevole ritrarsi con una sigaretta in mano. Anche la progressiva legalizzazione della cannabis può giocare un ruolo nel far tornare di moda la sigaretta, quasi come un bene vintage.

Non so quanto queste analisi, che mi sembrano comunque credibili, siano esatte. Per comprendere il successo del fumo, mi tornano in mente le parole scritte decenni fa da Marco Pannella, incallito e mai pentito fumatore: “Ho dentro un’autostrada di nicotina e di catrame, sulla quale viaggia veloce quanto di autodistruzione, di evasione, di colpevolizzazione e di piacere consunto e solitario la mia morte esige e ottiene”. Efficace semplificazione con rimandi psicoanalitici.

Quello che è certo è l’aumento del consumo di tabacco da intendere come un altro effetto negativo indiretto della pandemia sulla nostra salute in generale. Come i ritardi e le difficoltà di accesso alle prestazioni diagnostiche, anche l’aumento del fumo avrà ripercussioni negative nel prossimo futuro, con l’aumento di patologie oncologiche, respiratorie e cardiovascolari. I danni del fumo sono indubitabilmente accertati. Sta alla collettività non abbassare la guardia, anche con adeguate campagne di informazione, e a noi, senza esagerare negli estremismi, trovare risposte più adeguate per gestire l’ansia e lo stress.

Tra l’altro, nell’immediato il fumo ha effettivamente un lieve effetto di riduzione dell’ansia, ma a lungo termine il risultato è opposto ed i fumatori hanno quote d’ansia maggiori dei non fumatori. Così, tanto per dirla tutta. E per saperlo.

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