Il 58enne magnate nato nel New Messico lo fa a modo suo, allestendo la miglior squadra che ci possa essere, con “stipendi da calciatori”: tra questi non può mancare il premio Nobel della medicina Yamanaka (che però pare abbia rinunciato al suo compenso), il noto biologo Belmonte che profetizza l’allungamento della vita di almeno cinquant’anni e l’ex dirigente dell’istituto oncologico nazionale degli Stati Uniti Klausner. L’annuncio è accompagnato da una foto pubblicata sui social a Capodanno, perfetta per un cinepanettone boldiano: lui è vestito come i Righeira, ritratto sorridente in un abbraccio adolescenziale con la sua nuova compagna Sanchez, una caliente conterranea che ha sostituito la prima moglie (un segno premonitore di rigenerazione precoce?), prototipo ideale della bellezza che non svanisce. Il miglior biglietto da visita per la sua nuova sfida.
Questa volta brucia sul tempo i suoi concorrenti paperoni, arriva prima di Musk, Gates e Branson. Di sicuro aveva mal digerito la sconfitta nella corsa ad essere il primo nel turismo spaziale, ma, soprattutto, non sopportava di essere stato scavalcato dal Elon nella classifica degli uomini più ricchi del mondo. Aveva bisogno di un riscatto, ed ecco pronto il progetto dell’immortalità, sognato da chiunque almeno per un solo momento della nostra vita.
Scansando la tentazione di buttarsi in un inevitabile moralismo facile e qualunquista, vorrei fare dei distinguo. I plurimiliardari non hanno comportamenti esattamente uguali nei confronti del proprio ingente patrimonio. Liberi di spendere come vogliono e certamente astuti nel prevedere ritorni economici per se stessi decisamente vantaggiosi, c’è qualcuno di loro che investe anche a favore della comunità con ricadute positive importanti.
Bill Gates è il filantropo di gran lunga più munifico al mondo, con la sua fondazione finanzia attività nella ricerca medica, nella lotta all’AIDS e alla malaria, nel miglioramento delle condizioni di vita nel terzo mondo e nell’educazione. Da segnalare anche la sua capacità previsionale sull’arrivo del maledetto virus e la sua disponibilità a collaborare per trovare soluzioni concrete.
Elon Musk, tra le mille attività in corso, con la sua SpaceX ha messo a disposizione della Nasa la tecnologia aerospaziale, consentendo agli americani di tornare nelle spazio in modo indipendente, incoraggiando le nuove esplorazioni e sostenendo la ricerca. Se vogliamo, anche con Tesla è riuscito a spostare in modo rilevante l’attenzione sulla mobilità green, aprendo un nuovo capitolo nella sostenibilità ambientale.
In un mondo in cui le classifiche e i voti dilagano, posizionerei dunque l’inventore di Amazon ancora una volta in fondo.
Caro Jeff, sarai pure il primo a inseguire il sogno di Dorian Grey, ma lo fai su un tema che è ultimo per rilevanza. Sì, si fa una gran fatica a diventare un riccone apprezzato. Magari la prossima volta.