Anche se non è per niente facile tenere dietro al vostro alveare romano, con tanto di aggiornamenti ora per ora, riunione per riunione, segnale per segnale, almeno il suo punto di vista risulta abbastanza chiaro: che lo zio di Arcore si decida, così se poi lo zio preferisce ritirarsi nella bocciofila sottocasa allora lei farà prontamente un nome da scaravoltare l’Italia intera, un nome che sorprenderà e soddisferà tutti quanti.
Capirà la curiosità, a questo punto. Noi italiani eravamo rimasti a quando lei non riusciva a trovare un nome appena decente per fare il sindaco a Milano, a Roma, a Napoli: sapere che per il Presidente della repubblica ha invece l’asso nella manica, questo davvero eccita enormemente l’attesa.
Patti chiari amicizia lunga, però, egregio Salvini. Se poi il mega-nome, il giga-nome, l’iper-nome sarà del genere Moratti o Casellati, allora gradirà di andare a quel paese a nome dell’intera comunità. Alla Wall Street dei nomi, siamo veramente a terra. Per carità, brave donne, ma tra tutti i requisiti e le virtù che possono vantare sul curriculum il più significativo resta “donna”, che oggi come oggi pesa effettivamente parecchio. Per il resto, vale e prevale l’idea che se Presidente diventa una Moratti o una Casellati, allora c’è una speranza per tutti.
Su, ci dica che il suo scouting saprà spingersi un po’ più in là e un po’ più in su delle due sciure continuamente rilanciate in queste ore. Ci sorprenda, ci sconvolga. Perchè se dopo Berlusconi scoprirà le sue carte con questi nomi, la sua autorevolezza ne uscirà con la carrozzeria da rifare. Senza offesa: se proprio dobbiamo ridere, al Quirinale meglio Arbore.