AGLI AMICI DI TUTTO IL MONDO

di CRISTIANO GATTI – E allora sarebbe proprio il caso, in questo tempo di isolamenti e di lontananze, che ogni amico si prendesse il tempo per mandare una lettera del genere agli amici della propria vita, pochi o tanti che siano, ovunque si trovino. E’ un momento strano, ma è il momento ideale, il momento della riflessione e anche delle malinconie, per dire quello che normalmente, nei giorni senza virus e senza divieti, nei giorni delle frenesie e delle nevrosi, non troviamo mai il tempo di dire, il modo di dire, o magari nemmeno il coraggio di dire.

Io non me la voglio lasciar scappare, questa occasione. E spero che tutti gli amici del mondo possano ricevere e inviare qualcosa di simile. Se serve, la metto a disposizione per chiunque senta l’impulso di condividerla a sua volta. E’ scritta all’amico di tutti, perchè tutti sanno cosa significa essere e avere un amico. Anche chi non ce l’ha, e ne avverte però la mancanza.

Più o meno, potrei scrivere così.

Scrivo a te, amico di sempre, dico sempre perché ci sei dall’inizio della nostra vita, da tanti anni, ma soprattutto sempre in tutti i momenti, in quelli belli e più ancora in quelli brutti, senza chiedere niente, chiedendo soltanto di dare.

Scrivo anche a te, amico incontrato strada facendo, comunque amico del cuore, di quel genere d’amici che non possiamo pretendere in numero tanto cospicuo, già è moltissimo se si arriva a tre o quattro. Amico al quale dire tutto, proprio tutto, senza imbarazzi e senza timori, ma dal quale è anche giusto aspettarsi qualche schiaffo morale e qualche pesante insulto, quando è il momento, quando è più importante di una carezza.

A te, amico della prima giovinezza, col quale ho diviso i sogni e le illusioni, l’impegno ideale e la passione politica, la musica e il cibo, prima che l’età ci portasse lontani e peggio ancora ci iniettasse i primi tarli del disincanto e della disillusione, senza però intaccare mai quel legame lontano, misteriosamente sopravvissuto all’usura della lontananza.

A te, amico che all’inizio eri soltanto compagno di scuola, ma che poi ritrovo ogni anno a una cena di classe, anche nell’età dei capelli bianchi e degli occhiali da lettura, sempre con lo spirito del compagno di banco e con la leggerezza goliardica di quel tempo lontano, il tempo della prima barba o delle prime forme da donna.

A te, amico che all’inizio eri soltanto collega di lavoro, cioè potenzialmente il peggiore dei nemici, nella spietata battaglia dell’interesse e dell’ambizione, sul terreno minato delle invidie e delle ripicche, eppure nel tempo diventato complice, alleato, fratello, dividendo con me tante ore della vita, più ore quasi di una moglie o di un marito, spesso in giro per il mondo, nei luoghi e nelle situazioni più impensate, cementando un legame che gli aridi e gli infelici dicono impossibile, perchè sul lavoro guerra è guerra e ciascuno pensa per sè.

Caro amico, intimo come una metà di me stesso, oppure lontano negli anni e nelle distanze, caro amico di ora o di allora, caro amico che sento tutti i giorni o che sento una volta a Natale, caro amico vero e prezioso anche solo per una vacanza, un viaggio, un lavoro, una passione: ti scrivo perchè tutti in questo periodo non fanno che ripetere lo stesso slogan martellante, niente sarà più come prima.

A me questa intenzione, per quanto buona, comincia a suonare un po’ troppo di maniera, politicamente corretta, più forma che sostanza. E comunque. Anche se è sincera, anche se tutti davvero sono intenzionati a cambiare, io ci tengo a scriverti adesso per dirti da subito, prima ancora che cominci il dopo, soltanto questo: spero davvero che “niente sarà più come prima” non valga per te.

Sì, sogno che presto o tardi questa vita da segregati, da spaiati, da distanti, benchè lentamente, comunque finisca. E che alla fine dell’incubo, anche se niente sarà più come prima, almeno tu sia ancora tale e quale a prima. Senza cambiare di una virgola.

Spero, sogno, di ritrovarti al tuo posto, là dove ci siamo lasciati, esattamente com’eri, esattamente come sei sempre stato. Non ti voglio migliore, non ti voglio diverso. Perchè a me stai bene così. Perchè a me fa bene così. Se vuoi farmi un vero regalo, nel nuovo tempo tutto dev’essere davvero com’era prima. Compresi i tuoi difetti, talmente insopportabili che dopo dieci, venti, quarant’anni, ancora non riescono a stancarmi. E che in questi mesi mi sono mancati tantissimo, assieme al tuo sorriso.

Un pensiero su “AGLI AMICI DI TUTTO IL MONDO

  1. FIORENZO ALESSI dice:

    Si può dire che questa lettera sia un inno all’AMICIZIA ?
    Che è una roba seria, spesso annacquata – e di molto – con una vena d’interesse .
    Che non c’entra un fico secco con l’AMICIZIA.
    Anche perché l’AMICO ha , tra gli altri, un preciso DOVERE : quello di dire la VERITÀ. Che possa far piacere, o meno.
    Se così è, a mio avviso così basta.
    Un cordiale saluto.
    Fiorenzo Alessi

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