SANTO, EROE, SCONOSCIUTO

di LUCA SERAFINI – Viaggio. Anche adesso, ogni giorno. Da Milano a La Plata, da Buenos Aires a Cleveland fino alla Pampa. Lo devo a due chirurghi, l’allievo italiano Cesare Beghi (primario all’ospedale di Varese) e il fedele argentino Eduardo Dulbecco. “Allievo” e “fedele” di René Geronimo Favaloro, nonni italiani (emigrati in Argentina alla fine dell’800 da Marina di Salina, l’isola delle Eolie cara a Pablo Neruda e al postino Troisi), una gloriosa vita tra scienza, medicina e umanità.

Cesare e Eduardo mi parlarono nel 2017 di René Geronimo Favaloro, 77 anni di vita gloriosa con un finale tragico. Mi chiesero di scriverne la storia “perché è giusto che l’Italia lo conosca”. Da allora sono andato due volte in quei luoghi e in questa quarantena ci sto tornando tutti i giorni, stando seduto a scrivere.

Oggi come quando risposi ai due chirurghi non mi sento e non sono all’altezza di un compito così arduo. Decisamente. Ci metto tutta l’anima, però, e scrivo perché è giusto: bisogna che anche in Italia si sappia chi era un gigante come René G. Favaloro, che aveva il nostro stesso sangue, era innamorato del nostro Paese ed è venerato in Argentina come un santo.

Oppositore dei regimi e profondo idealista per la giustizia sociale, sin dai tempi dell’università quando veniva picchiato dalla Polizia e carcerato di continuo; impegnato al fianco delle famiglie dei “desaparecidos” alla fine degli anni ‘70, negli Stati Uniti rifiutò un’offerta da milioni di dollari l’anno mezzo secolo fa, pur di tornare in Patria per essere il “medico di campagna”, come si sentiva. Creò a sue spese la “Fondazione Favaloro”, tuttora una delle cliniche universitarie di riferimento del Sudamerica, ma, strozzato dai debiti e abbandonato dal governo (che due mesi fa ha deliberato di stampare le banconote da 200 pesos con la sua effigie, nonostante il parere contrario della famiglia), il 29 luglio del 2000 si suicidò sparandosi un colpo al cuore. Un gesto di un effetto simbolico straordinario. Straziante.

Il mio libro si intitolerà “Sigue vivo”. La traduzione in italiano di “sigue vivo” sarebbe letteralmente “ancora vivo”, ma in spagnolo assume un significato più ampio: “continua a vivere”. Con René Geronimo Favaloro infatti hanno continuato a vivere milioni di persone, grazie al bypass che il grande chirurgo italoargentino inventò e, per la prima volta nella storia, impiantò nel cuore di una donna nel 1967, presso la Cleveland Clinic in Ohio, Stati Uniti.

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