Basta con queste prevaricazioni continue, ognuno resti al proprio posto e attenda il suo turno, quando gli verrà data la facoltà di presentare la sua opinione, soltanto a chiamata potrà rispondere, aboliti i mormorii e le contestazioni in corso d’opera, “ma…” “vorrei dire…” “posso rispondere?…”, tutta roba finita nel cestino dei rifiuti.
Noialtri, abituati al processo di Biscardi e al suo storico “parlate tre alla volta”, noi tutti figli di uno Sgarbi o di una Annunziata, di un Capezzone o di un Vauro qualunque, facciamo fatica ad assorbire la lezione, direi anzi che risulta impossibile applicare la legge di lady Sotomayor. Il metoo della parola giunge inaspettato e imprevisto, direi che zittisce nel vero senso. La democrazia non sarà più in crisi, uno vale uno, nel senso migliore e non grillesco, è anche vero che, finalmente, l’uomo conquista un bene prezioso, infatti si usa dire che “il silenzio è d’oro” e forse per questo era di esclusiva femminile. Ma una domanda sorge spontanea: la regola di Sotamayor vale anche se il consesso sia formato da sole donne? Alle postere l’ardua sentenza.