TEMO CHE SUL CLIMA NON CE LA CAVEREMO CON UNA BATTUTA

Su @ltroPensiero.net massimo rispetto per le opinioni diverse, ma anche massimo piacere nel discuterne un po’, sai che noia se la pensassimo sempre tutti allo stesso modo. Sulla questione del clima e dell’ambiente, ormai la madre di tutte le questioni, a lungo andare molto più dello stesso Covid, Tony Damascelli propone un’intelligente visione laterale, prendendo di petto le nuove generazioni gretiste o gretine, sostanzialmente inchiodandole al muro senza tante indulgenze retoriche e giovaniliste, quelle per cui i ragazzi hanno sempre ragione e noi facciamo la nostra bella figura nel riconoscerlo.

Giustamente Damascelli li chiama invece quanto meno nelle vesti di correi, di complici, perchè se è vero che sono i primi a rinfacciarci – a noi generazioni precedenti – ogni nefandezza in fatto di sevizie al pianeta, resta altrettanto vero che queste stesse generazioni dell’ambientalismo teenager sono le prime a usare batterie (altamente inquinanti) in ogni forma e modo (monopattini, cellulari, pc), a praticare poco sport, a sprecare cibo, a consumare voracemente ogni ultimo grido delle mode, eccetera, eccetera.

Dunque, bravo Damascelli e grazie Damascelli: nessuno, tanto meno i giovani, può scagliare la prima pietra, perchè qui su questa Terra nessuno è senza peccato. Detto questo, c’è immancabilmente anche il ma.

Ma, caro Damascelli, dovremmo fermarci qui. Il problema è che Damascelli non si ferma qui, con la simbolica sberla ai ragazzi, molto più bravi a parole e a slogan, a striscioni e a sfilate, che a stili di vita: no, Damascelli e tanti della sua corrente di pensiero finiscono per chiudere la questione ambientale con una battuta, del tipo anche i nostri nonni dicevano non ci sono più le mezze stagioni, prendendo la scorciatoia del negazionismo fatalista, o del fatalismo negazionista, per dire basta, ci avete fatto una testa così, il clima non cambia per colpa delle emissioni, ma cambia perchè ogni tanto deve cambiare, con moto proprio, sul quale l’uomo non ha alcun controllo. E il problema non è più l’ecologia, il problema è Greta.

Ecco, caro Danascelli, qui non ti seguo più. Greta e i suoi amichetti avranno mille colpe e tanti difetti, ma nessuno può negare loro il merito di aver sollevato una volta per tutte la grande questione, questa: possiamo noi continuare a trattare il creato, almeno questo che frequentiamo e utilizziamo, in modo tanto cinico ed egoista? Io mi limito a un esempio: possiamo noi che abbiamo acqua continuare a usarla per lavare la macchina, per fare docce di mezz’ora, per giocare ai gavettoni, mentre intere zone devono comprarla dalle mafie, se riescono a trovarla?

Da qui, tutto il resto: i fumi tossici che ogni tre per due ci obbligano a chiudere il traffico nelle città, le isole di plastica negli oceani, Pechino (e non solo) perennemente immersa nella nebbia tossica che brucia gli occhi e la gola? Davvero tutto questo possiamo liquidarlo con la patente dell’inevitabile?

Caro Damascelli, io sinceramente sono convinto di no. Resto grato a Greta, in un cretinissimo gioco di parole, per averci comunque caricato la sveglia sull’ultima ora utile. E resto convinto che l’uomo qualcosa possa cambiare. Prima di tutto, sul piano della sensibilità e della consapevolezza: non c’è come cominciare a parlare di un problema per cominciare a risolverlo. Si comincia a chiudere il rubinetto mentre strofiniamo i denti con lo spazzolino, poi con la stessa coscienza si possono adottare un sacco di altri accorgimenti, per esempio mettendo qualche filtro all’Ilva di Taranto, senza per questo diventare fanatici come Pratesi, che raccontava orgoglioso di farsi una doccia ogni morte di papa e di cambiarsi le calze al ritmo dei quadrienni olimpici.

Caro, carissimo Damascelli: tante altre cose potremmo dire. Tutte opinabili e discutibili, come no, perché purtroppo nessuno ha la verità in tasca. Su una cosa però mi sento abbastanza sicuro: tu sei il re delle battute, il signore di tutte le battute, ma temo fortemente che no, sul domani del nostro pianeta non ce la caveremo con una battuta. E non è una battuta.

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