ECOLOGIA AZIENDALE, SENZA TANTE CHIACCHIERE

Nel vivace dibattito su @ltroPensiero.net a proposito dell’ambiente, provocato dalla riapparizione pubblica di Greta, provo a dire la mia. Mi dichiaro subito a favore di tutto ciò che ha portato al centro della scena la svedesina, chapeau, mi astengo sui giudizi a proposito della persona.

Io credo che possiamo fare tanto, subito e senza nemmeno grandi sforzi. Tutti. Invece di perdere tempo in disquisizioni filosofiche, dovremmo agire e modificare le nostre abitudini. Il nostro punto debole è che finché non vediamo provvedimenti e sanzioni ce la prendiamo con calma.

Per capirci. Quando le maledette micro-particelle sfondano i limiti, scatta la chiusura al traffico nelle città: c’è poco da discutere, lo sappiamo bene. Purtroppo non c’è ancora un provvedimento analogo quando le emissioni di CO2 (anidride carbonica) diventano eccessive: ci dovremo arrivare e allora ci daremo una mossa sul serio.

Cito alcuni esempi nel mondo del lavoro, a dimostrazione che niente è impossibile. Tutte cose che possiamo fare anche noi a casa nostra.

“Caccia alla plastica”: questo è uno degli obiettivi che ci siamo dati in azienda, coinvolgendo tutti i colleghi e chiedendo suggerimenti per azioni concrete. Così sono nate iniziative apparentemente banali, ma cariche di significato. A cominciare da ciò che si usa di più in ufficio e negli ambienti lavorativi: dalle biro, le matite di plastica, i block notes, ritirati e sostituiti da equivalenti totalmente riciclabili, ai bicchierini e cucchiaini, rimpiazzati da quelli in cartone-legno riciclabili 100%. Abbiamo bandito le bottigliette di acqua in plastica (provate a verificare quanto è difficile riciclarle in modo appropriato, ci vogliono impianti ad hoc), distribuendo ai colleghi borracce, tazze da tè e da caffè in ceramica per limitare i materiali di consumo. Per questo abbiamo chiesto una modifica al fornitore dei distributori automatici di bevande, con un un tasto supplementare che non fa scendere il bicchierino di cartone. Lattine di alluminio in mensa e nelle sale riunioni.

“Auto aziendali”: in tre anni abbiamo azzerato il diesel (ricordo che tra non molto sarà vietato entrare a Milano con questa alimentazione e altre città seguiranno), introducendo modelli ibridi plug-in e full electric che ormai sono il 65% del totale. Abbiamo installato colonnine di ricarica elettrica nel piazzale interno e faremo formazione ai guidatori. La testimonianza più convincente è stato il racconto di una collega, condiviso con tutti, che è andata in vacanza nel sud Italia, viaggiando per 5.000 chilometri con un’auto 100% elettrica: si può fare.

“Altre iniziative”: nuovi serramenti, illuminazione solo a led, impianto fotovoltaico per auto-alimentazione, pompe di calore elettriche per riscaldamento e raffrescamento, azzerate 240.000 fatture con documenti elettronici, diminuito drasticamente il numero di stampanti negli uffici, approvvigionamento della mensa con alimenti tendenzialmente a km zero.

Così facendo l’azienda non ha emesso, in un anno, quasi cento tonnellate di anidride carbonica: semplificando il linguaggio, è come se avessimo piantato quasi 8.000 nuovi alberi, indispensabili per respirare un’aria più pulita.

La chiave di successo però è la condivisione delle idee e dei contenuti: bisogna essere davvero convinti, tutti quanti, cosa che ovviamente può prendere parecchio tempo tempo. Ecco perché si deve cominciare senza esitazione, diventando noi stessi ambasciatori del progresso verde, che salverà non solo il pianeta ma proprio noi stessi.

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