PREGHIERA PER EITAN

di CRISTIANO GATTI – I primi palpiti del ritorno, di questo viaggio all’indietro verso la vita, concesso soltanto a lui tra i quindici che stavano su quella dannata funivia del Mottarone. A quanto pare, Eitan non morirà. Bisogna essere ancora cauti nel dirlo, ma ogni attimo è un piccolo passo del suo ritorno. Lentamente, molto lentamente, comincia il risveglio.

Raccontano i medici torinesi che lo stanno tenendo per mano, meglio, trattenendo per mano qui nella vita, di una situazione incoraggiante. E questo deve bastare. Ma loro stessi, per primi, sembrano più angosciati da quello che aspetta Eitan a livello psicologico, più ancora della complicata faccenda fisica.

Possiamo fare uno sforzo tutti quanti, per immaginare che cosa aspetta Eitan. A cinque anni, questo bambino ha chiuso gli occhi su una vita felice, con la mamma, il papà, il fratellino. Era in gita, si stupiva delle altezze della funivia, gli sembrava di volare sul mondo incantato dei suoi 5 anni.

Eitan riaprirà gli occhi e non troverà più niente di tutto questo. Troverà solo la zia, l’ultima persona che gli resta, a sua volta affiancata da una squadra di psicologi, come una specie di paracadute umano per evitare al piccolo un secondo schianto, se possibile più traumatico del primo: lo schianto nella morte, nel dolore, nel lutto.

A 5 anni è davvero troppo. Bisogna trovare il modo perchè il paracadute si apra e attutisca l’atterraggio nel nuovo mondo, senza mamma, papà e fratellino, senza più niente, senza l’incanto di una vita perfetta. Bisogna sperare che la zia trovi le parole.

Forza Eitan. Siamo tutti mamme, papà, zii, fratelli, nonni di Eitan. L’Italia intera è Eitan. E’ il momento di pregare il più e il meglio possibile. Dobbiamo davvero tirare fuori la preghiera migliore di tutte, per questa creatura che torna da un viaggio spaventoso. Facciamogli riaprire gli occhi su un futuro possibile, senza conoscere un solo istante la parente più stretta della morte: la solitudine. E chissà che un giorno, strada facendo, più avanti negli anni, non gli riesca di sentire ciò che adesso è inimmaginabile per tutti, un pensiero semplice e necessario, al di sopra di ogni dolore: in qualunque modo, la vita è da vivere.

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