SE 993 MORTI NON DICONO PIU’ NIENTE

di CRISTIANO GATTI – A suo modo una giornata storica, nella lunga storia di questa fetente pandemia: 993 morti, mai così tanti.

Potrebbe essere la giornata buona per un angolo di meditazione collettiva. Di raccoglimento e di rispetto. Invece il rito trito dei notiziari, ma anche delle nostre discussioni domestiche, registra sbrigativamente il nuovo numero e subito si catapulta sui temi esistenziali del cenone natalizio, dei confini tra regioni, dello sci e delle cene negli alberghi, però solo in camera.

Mi scuoto dal torpore e mi ritrovo un’altra volta a chiedermi la stessa cosa: ma che Paese è mai questo?

Che Paese è un’Italia che davanti a 993 morti passa velocemente oltre e improvvisa piuttosto nuove risse, con le Regioni che si scagliano contro il Governo per le ultime norme e i Comuni che si dissociano dalle Regioni, chiedendo al contrario di tenere ferma la linea dura.

Che Paese è un’Italia in cui l’opposizione scende in piazza davanti al Parlamento definendo “immotivati e incomprensibili” (copyright della statista Meloni) i nuovi provvedimenti, proprio nel giorno del record storico di 993 morti, definiscili come ti pare, ma incomprensibili e immotivati proprio non mi pare.

Soprattutto: che Paese è questa Italia – tutta intera – totalmente imperturbabile e catatonica davanti a quel numero spaventoso, anche se arriva dopo mesi di numeri spaventosi, anche se la morte ormai non è più una notizia tanto clamorosa, anche se adesso conta riaprire, consumare, guadagnare, perchè il Natale è Natale e questo governo sta “negando il diritto al Natale” (copyright Salvini).

Non ci capisco più niente. Ma dopo tutto, devo riconoscerlo, nemmeno mi interessa più così tanto capirci qualcosa. Mi avevano raccontato a marzo che quanto meno questa tragedia ci avrebbe cambiati dentro. Mi guardo in giro e mi accorgo che non è cambiato nulla. Se possibile, qualcosa in peggio. Siamo diventati un Paese al quale 993 morti non fanno più né caldo né freddo.

Semplicemente, siamo cambiati in un Paese più egoista.

2 pensieri su “SE 993 MORTI NON DICONO PIU’ NIENTE

  1. Fiorenzo Alessi dice:

    Egr.Dott. Cristiano Gatti,
    Le sue parole sono pietre, e come tali andrebbero usate.
    Non dico in fronte a chi gioverebbe fossero scagliate, perché l’elenco occuperebbe più’ volumi .
    Non si domandi , poi, su che Paese sia mai ridotta l’Italia : le risposte le abbiamo negli occhi se vogliamo davvero vedere, e non limitarci a guardare.
    Quanto alla morte, ed alla considerazione che se ne ha , lasciamo perdere : mi consola pensare che “la livella” non si curi poi tanto dei nostri desiderata , ma si limiti ad essere ciò che è.
    Se ci pensassimo un pochino ogni tanto , forse le porteremmo non dico il rispetto, ma almeno il riguardo che merita.
    Cordialmente.
    Fiorenzo Alessi

  2. Orfeo Benaglia dice:

    L’uomo dimentica tutto.
    Dimentica anche che è mortale,figuriamoci.
    Ne ero convinto a marzo, anzi anche molto prima.
    Sembrano parole scontate???
    Sembrano parole buttate li???
    Fate voi…

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