GIORNATA DISABILITA’, NELL’ATTESA CHE DIVENTINO 365

Giornata per pensare, parlare, agire nell’oscura e impervia dimensione della disabilità. Nobile discorso di Mattarella, mandato in apertura da molti telegiornali, i partiti di tutti i colori per una volta concordi nel dire che c’è ancora molto – troppo – da fare, mezza Italia, o forse tutta, a ciglio umido per 24 ore.

Bene. Molto bene. L’unica ombra è sapere che la giornata per la disabilità va ad allinearsi con la miriade di giornate che ricordano qualsiasi cosa, dalla lentezza alla velocità, dai pappagalli alle tartarughe, dalle donne alle foreste. In mezzo a milioni di cause, ogni giorno una causa, la singola causa rischia di diluirsi, attenuarsi, perdersi, come un tassello qualunque in un mosaico troppo grande.

Dopo tutto, nessuno di noi creature mediamente umane avrebbe bisogno d’essere informata e sensibilizzata su cosa sia la disabilità. Tutti noi abbiamo un disabile vicino. Tutti noi comunque conosciamo un disabile. Di più: tutti noi, in qualche momento, o per momenti molto lunghi, abbiamo assaggiato la disabilità. Su noi stessi, dentro noi stessi. Nei giorni del lutto, della malattia, del fallimento. In tutti quei giorni cioè in cui abbiamo provato concretamente che cosa significhi la fragilità, il limite, la fatica di un’efficienza parziale, ridotta, menomata, comunque non adeguata ad affrontare il mondo là fuori. Basterebbe moltiplicare questa sensazione frustrante e dolorosa per cento, per mille, per un milione, perchè poi nessuno ci debba raccontare in una giornata per la disabilità che cosa significhi la disabilità.

Ad ogni modo, ben venga anche la ricorrenza ufficiale, un giorno all’anno, in mezzo a innumerevoli giornate dedicate a qualcosa. Non bisogna lasciarsi scoraggiare per così poco. Inutile farsi prendere dalla noia della routine e delle ripetitive celebrazioni su tutto e per tutto. Bisogna tenersi buono il significato profondo di un rito, sfruttandolo il più possibile. La cosa veramente importante è che dopo il cibo bio, la lentezza, le tartarughe, i nonni, i single, anche gli handicappati prendano la scena almeno per 24 ore.

Viva la giornata per la disabilità, allora.

Ma noi di @ltroPensiero.net continuiamo imperterriti a sperare che le giornate per la disabilità, con tutto quello che ne consegue, diventino 365 all’anno.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *