ED E’ SUBITO POLLAIO / 2

di TONY DAMASCELLI – Ci mancava anche la protesta della stampa. Eccola, puntuale. Ci hanno pensato Verna Carlo e D’Ubaldo Guido, che sono il presidente e il segretario generale dell’Ordine dei giornalisti. Chiedono libero ingresso ai media per le partite di serie A, gli stadi sono vuoti, lo spazio è enorme, cronisti e fotografi e tecnici radio tivvù rispetterebbero le famose distanze sociali. E invece quei Rocco Casalino (credo che si stiano riproducendo) del ministero hanno limitato il numero a dieci, dieci inviati e dieci fotoreporter, per gli altri bastano le veline e le immagini tivvù.

Ogni regime ha le sue chiaviche, il ruolo della stampa ha assunto pesi e posture ridicole in questo periodo, le conferenze del Premier si svolgono per pochi astanti, le domande o sono pilotate o vengono respinte con stizza, idem dovrà accadere con il calcio, niente Galeazzi e affini nell’area spogliatoi, niente mix zone, microfoni a distanza, domande da casa o da redazione, risposte da frigidaire, mascherine per tutti tranne per quelli che fingono di giocare a pallone, per la nostra categoria, o sedicente tale, la solita figura da perecottari, come nei film dove siamo sempre i peggiori, anche delle comparse.

Comunque. Si può vivere e lavorare anche lontano dall’evento, e poi che evento. Che limitino pure l’accesso a una sporca dozzina di reporter. Il lavoro maligno lo faremo noi, da qualunque sito.

Post scriptum: alla finale di coppa Italia sarà presente il presidente della repubblica Mattarella in una tribuna autorità affollatissima e senza limiti di tessera omaggio. Lo Stato c’è. Ovviamente in maschera.

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