di TONY DAMASCELLI – Leggendo i titoli dei fogli di sport, sembra di essere alla vigilia del quinto titolo mondiale vinto dalla nazionale italiana di football. Era Ora Evvai Si Gioca!, roba bbbuona per i deliri di curva e dintorni.
Superando la folla scomposta si ritorna sulla decisione dell’assemblea condominiale che ha fissato per il 13 giugno la ripresa del calcio giocato con la prima delle due semifinali di Coppa Italia, seguita, il giorno dopo, dall’altra partita prima della finale che è stata programmata per il fatidico 17. Poi arriverà, finalmente, il campionato, ma con i quattro recuperi.
Un bambino bendato non avrebbe fatto di meglio. Molto più semplice è stata la decisione di rinviare il decollo di Space X da capo Canaveral: Bob e Doug, i due astronauti, hanno vissuto minuti più sereni di quelli che hanno tormentato la giornata di Spadafora e Gravina, avessi detto.
La navicella terrestre del calcio è affidata a piloti inesperti, il nuovo calendario è folle, l’Inter è furibonda e intende mandare in campo la squadra Primavera nella semifinale a Napoli, ripetendo il gesto plateale di Angelo Moratti contro la Juventus nel ‘60, esordio di Mazzola, addio di Boniperti.
Stavolta i fumi sono tossici e rivolti a un palazzo cadente però okkupato da Lotito, uno di quei presidenti più astuti di un gruppo di volpi la cui specie, come si sa, è tra le peggiori invasive.
Juventus e Milan, pure coinvolte in quell’Ogino Knaus di avvio, annunciano battaglia grossa, i torinesi chiedono a Conte un decreto legge per giocare il 10 o l’11, a una settimana dalla finale, i milanisti del fondo americano sono malmostosi e affiancano la richiesta juventina, la Rai balla e stappa champagne perché avrà in esclusiva e in chiaro le prime tre partite di questo “nuovo inizio” (orrendo), storico. Sky non molla l’osso già spolpato e non ha voglia di accontentare Spadafora che vorrebbe il libera tutti televisivo almeno per due settimane. Il quale Spadafora prima faceva lo schizzinoso sul football, adesso sventola la bandiera curvaiola, il ministro tiene famiglia e bada agli elettori.
I tifosi, già castrati dal divieto allo stadio e ad altri luoghi di assembramento, bar, caserme, circoli sportivi, o si abbonano al satellite o preparano la protesta in piazza. Oggi avremo altri strilli tra presidenti vari e avariati. Il calcio se ne fotte del virus, ha un vaccino suo che batte qualunque infezione. Tranne quello dell’intelligenza.