L’interessante report promosso da PATH (Partership for Active Travel and Health) dimostra chiaramente come la violenza stradale sia un problema che riguarda soprattutto il nostro Paese, in cui ciclisti e pedoni perdono la vita più che in ogni altra nazione in Europa.
I grafici pubblicati dalla coalizione di cui fa parte l’Unione Ciclistica Internazionale (UCI) e che chiede ai governi e alle città di impegnarsi concretamente a favore degli spostamenti a piedi e in bicicletta come soluzione chiave alle sfide del clima, della salute e dell’equità che ci troviamo ad affrontare, sono chiarissimi.
Analizzando gli incidenti mortali per cento milioni di chilometri pedalati l’Italia svetta nettamente al primo posto con oltre 5 ciclisti deceduti. La terribile vittoria si ripete anche analizzando le statistiche di chi si muove a piedi. Il gap da recuperare rispetto agli altri paesi in termini di due ruote è davvero enorme. Il nostro Paese ha per distacco la più alta mortalità in Europa, un primato che suscita vergogna e fa tremare i polsi.
Come ha scritto Mario Tozzi, primo ricercatore del Cnr, divulgatore scientifico e presidente del Parco Regionale dell’Appia Antica: «Quando un uomo con un’auto incontra un uomo con la bicicletta, l’uomo con la bici è un uomo morto. E in Italia peggio che altrove (cfr. dati Ministeri Trasporti). Invece di ringraziarli, gli automobilisti investono i ciclisti. Ci vogliono più piste ciclabili protette e in città limite di 30 km/h per tutti i veicoli a motore».