Biscardi o Crudeli, a caso, sono giovani marmotte al confronto, ma desta curiosità come noi della cosiddetta stampa pensante ci stiamo occupando del personaggio in questione. Non c’è momento in cui non se ne parli, per sottolinearne la buffa narrazione, per ricordare i tempi di Nick Carosio e di Nandone Martellini, passati alla gloria con “un uiscaccio a Dio piacendo” o “gherminella di Maradona”, roba da Alberto Manzi di “Non è mai troppo tardi”.
Qui l’Adanigate supera le vicende del parlamento europeo, qui tutti i fogli si impegnano a scoprire quello che già si sapeva e che personalmente avevo previsto, una cosa è il bar sport, con tutti i suoi clienti, il saggio, l’ubriaco, il muto, il sordo, l’avventore casuale, un‘altra il Wanno Marchi della telecronaca, il bullo della diretta e di costui si scrive, più di un calcio d’angolo di Rabiot o di un fallo di mano di Romero. Ormai dopo la partita ai giornaloni interessa più quel che ha detto Adani di quel che ha fatto Messi. Così siamo conciati.
Debbo prevedere che al prossimo festival di Sanremo, sempre su Rai1, la Rai tramite il buttadentro Amadeus troverà un posto per questo personaggio e perché no, a “Ballando con le Stelle”. Già il trasloco dai social (Bobo TV) all’emittente di Stato ha prodotto eccitazione nei dirigenti di viale Mazzini, i quali credono che i numeri degli ascolti mondiali non dipendano dai gol di Messi e Mbappè, ma dall’affabulazione dei nuovi mostri. A sua insaputa è stato lo stesso Messi Lionel a darci una mano, infatti quando ha insultato l’olandese che gli stava di fronte durante l’intervista del dopopartita, gli ha dato dello stupido. E in argentino si dice “bobo”. Un bell’applauso.