Una rivoluzione che va nella direzione della piena legalità, vorrei che fosse premiata da una folla di clienti festanti come fosse un 25 aprile del commercio, il giorno della liberazione dai furbetti del non-scontrino. Voi credete che questi siano pazzi totali e che non abbiano calcolato i pro e contro, che non abbiano le spese di tutti gli altri e che non abbiano la tentazione di fare calcoli strani? Io sono sicuro che abbiano agito in piena coscienza e magari spinti da una previsione di marketing che avrà suggerito di puntare sul malumore di tantissimi clienti, che mal digeriscono i soprusi e che non aspettano altro di favorire gli onesti.
Peccato che sia solo una pasticceria, il cui limite di consumo è la glicemia e il diabete, ma è un grande inizio. Come sempre partono i pionieri, ma subito dopo seguiranno altri che non hanno avuto il coraggio di essere i primi.
E subito spuntano i “No Pos”, clienti che si indignano perché obbligati da una decisione netta sul tipo di pagamento, senza contanti, che non sopportano questa coercizione. Invocano diritti universali e libertà di scelta in nome di non so cosa. Qualcuno ha addirittura chiamato la Guardia di finanza. Ci aspettiamo manifestazione di piazza che incitano alla rivolta. Il mondo è pieno di negozi, gli scontenti si accomodassero all’altro angolo dai soliti amici, che dopo un po’ di volte ti sorridono e non stampano più niente, come se il registratore di cassa fosse diventato un soprammobile. Non vi è mai successo? Dubito. Le statistiche delle dichiarazioni dei redditi di certe categorie ci fanno accapponare la pelle, ma ce ne dimentichiamo subito e perdoniamo generosamente chi si fa beffa di noi e non ci dà mai le ricevute. Anzi, ci sentiamo in colpa a chiederle, caso mai. Sa, è seccante, come si fa a chiedere lo scontrino, quello guarda male.
Grazie Baunilla, grazie Vittorio Borgia – fondatore e responsabile della catena -, auguri infiniti per un futuro luminoso. E ci vediamo presto in negozio per festeggiare l’evento dell’anno, alla faccia della glicemia, almeno per un giorno.
Sì, Gherardo, a me va benissimo, nessun problema, però non è che uno decide da solo il metodo di pagamento che accetta nel suo negozio, altrimenti è un po’ come chi ti rifiuta i centesimi anche se le monete sono regolarmente in corso. Voglio dire, lodevole l’intenzione, ma finché sono legittimi entrambi i pagamenti, a quale titolo obbligo qualcuno a pagare solo ed esclusivamente con la carta? Non sta a loro decidere, mi permetto. Non è una questione di no-pos o di coercizione, si tratta di intenderci su cosa è legittimo e cosa no. Poi a me mancheranno dei pezzi, ma ancora non mi risulta l’obbligo di pagamento telematico.