DOPO TUTTO, MEGLIO ESSERE BASTARDI OCCIDENTALI CHE MEDVEDEV

C’è voluto un po’ per comprendere di che insulto dovessimo offenderci perché, sottoponendo l’originale russo al trattamento di Google Translate, le cose non erano chiare. “Bastardi e secchioni”? Oppure “Bastardi e imbranati”? Alla fine si è messo di mezzo l’esperto e ha sentenziato: “Ha detto bastardi e degenerati”. Ah, ecco: grazie.

In ogni caso, nell’opinione di Dmitrij Medvedev, vice capo del Consiglio di sicurezza russo e presidente della Federazione russa per 4 anni, dal 2008 al 2012, prima che Putin gli dicesse di farsi da parte, noi occidentali “bastardi” lo siamo di sicuro. Lo ha scritto, come sappiamo, sul suo canale Telegram, aggiungendo di voler vederci sparire perché odiamo la Russia e ne vogliamo la morte.

Al fine di comprendere con precisione l’insulto di Medvedev, sarà meglio affidare il termine alla definizione della Treccani. “Bastardo”, secondo l’autorevole fonte, è “termine generico per indicare un ibrido tra due razze”, ma anche, e qui probabilmente ci avviciniamo al significato inteso dal nostro soggetto, “che ha nascita illegittima”.

Libertari e, forse, “degenerati” come siamo (ma questo lo vedremo dopo) saremmo dell’opinione che nessuno, al mondo, è di nascita illegittima. Ci mancherebbe pure che l’atto del nascere costituisse un’illegalità: i riconoscimenti di paternità e di maternità sono poi faccende da carte bollate, hanno la loro importanza, ma non conferiscono al nascere alcun marchio di illegittimità. Questo mette al riparo da ogni rischio, tra l’altro, lo stesso Medvedev, che “bastardo” non è per più di una ragione. E non tanto perché perfino Wikipedia gli attribuisca due genitori regolamentari – il signore e la signora Anatolij Afanas’evič Medvedev e Julija Veniaminovna Medvedeva – quanto per la presenza, ineluttabile, di un padre aggiunto, “putintivo” più che “putativo”: il presidente stesso, che lo ha politicamente generato e che, da quel momento, lo sfrutta per assegnargli qualunque ruolo-fantoccio gli aggradi, certo dell’assoluta “fedeltà” del frutto dei suoi lombi politici

Quindi Medvedev, a differenza di noi, non è “bastardo” perché un papà sa bene di averlo: purtroppo per lui la presenza di un genitore non è sempre garanzia di pieno sviluppo, indipendenza e, in ultima analisi, realizzazione personale. Il “papà” di Medvedev, che con la sua esistenza lo affranca dal rischio di vedersi ritorcere contro l’insulto da lui lanciato, gli impedisce nel contempo di essere un individuo completo in sé: per sempre figlio di tanto padre è di conseguenza per sempre consegnato a un ruolo di comparsa, di testa di legno, di sedere destinato a occupare sedie che dovrà sgombrare nel momento in cui “babbo” lo vorrà. Un destino amaro: nella vita, tutto sommato, è forse meglio essere un po’ “bastardi” come noi.

Peccato che noi non si sia solo bastardi, ma anche degenerati. E qui la Treccani ci va pesante: “Pervertito, psichicamente e moralmente”. Ora, definire una parte della popolazione mondiale, quella compresa negli imprecisi confini dell’Occidente, come “pervertita psichicamente e moralmente” è impresa di portata, diremmo, biblica, di molto superiore alle forze del figlio inetto di un dittatore, ma sui social si possono fare estremi esercizi di magniloquenza e, Dmitrij, nel suo piccolo, non vuol passare per timido. Tanto più che l’operazione è più facile di quel che sembri: basta indicare, negli altri, una generica perdita di valori, senza star lì a indicare con precisione quali (alla leadership russa spesso non viene di meglio che definire tutto il resto del mondo “gay”) che invece vengono rivendicati per propri. Chi è al di fuori di questi valori è automaticamente un degenerato. Hitler trovava che la “razza ebraica” fosse degenerata. Medvedev, che rispetto al dittatore nazista ha il vantaggio di avere un account Telegram, non esita ad allargare l’accusa.

Naturalmente, quali siano questi valori la cui inosservanza provocherebbe la nostra degenerazione non è in grado di dirlo. Prima bisogna che glielo spieghi papà Putin, perché anche l’educazione di Dmitrij, come il suo posto di lavoro, dipende dal genitore-leader. In questo, Medvedev, che non è bastardo né degenerato, è in tutto e per tutto un perfetto figlio. Di Putin.

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